“Economicamente e socialmente, il reddito di base può essere rilevante e innovativo”, cosi hanno scritto 10 economisti, tra i quali Thomas Piketty, Emmanuel Saez, Antoine Bozio ed il sociologo Dominique Meda.
Il reddito di base sta diventando la proposta più avanzata del candidato socialista alle presidenziali in Francia Benoît Hamon. ” Questa proposta può essere economicamente credibile e socialmente audace”, dicono in un articolo su Le Monde una dozzina di economisti tra cui Thomas Piketty. “Economicamente e socialmente, il reddito di base può essere rilevante e innovativo,” scrivono i firmatari di questa piattaforma.
Gli autori ritengono che il reddito di base possa “costituire un elemento strutturale per la rifondazione del modello sociale.” Per gli accademici, “la sua introduzione nei prossimi cinque anni, destinata ai giovani tra i 18-25 anni può essere utile proprio a dare maggiore autonomia e fornire una risposta all’ingresso nella vita professionale.” Sempre gli economisti ritengono anche che “Per tutte le persone con un lavoro stabile, il reddito di base universale, inteso come un reddito extra dal salario, potrebbe essere pagato direttamente sulla busta paga”. A parte le proposte degli economisti Hamon propone la realizzazione di un reddito di base divisto in tre fasi per la sua attuazione. “Per la prima fase, dal 2018, l’RSA (l’attuale reddito minimo garantito presente in Franca) sarà aumentato del 10% fino a 600 euro a persona e versato a tutti i beneficiari. Nello stesso anno, un reddito di base verrà pagato a tutti i giovani di età compresa tra i 18 ei 25”. Inoltre si darà vita ad un dibattito nella società per impostare l’avvio di un reddito di base universale in cui si affrontino i temi dell’importo, del finanziamento, della connessione con le altre prestazioni sociali, con la tempistica per essere cosi esteso a tutta la popolazione. Il 13 gennaio, Benoît Hamon aveva fatto riferimento alla seconda fase di una “generalizzazione parziale di reddito universale reddito”, entro la fine del quinquennio di presidenza; ed il terzo step che dovrà avvenire nel secondo mandato di presidenza, per testare un reddito di base incondizionato ed universale, dunque senza means test. Secondo Benoît Hamon l’introduzione di un un reddito universale potrebbe essere calendarizzato a partire dal 2022.