La proposta. In attesa del decreto annunciato dal governo a tutela dei lavoratori sta circolando in rete l’appello “La cultura non viene (mai) dopo” con un’idea strutturale che serve anche ad affrontare l’emergenza oggi: “Per tutelare precari e freelance si può modificare subito una misura che continua a escludere troppe figure, rendendo più ampio l’accesso alla domanda e dunque aumentando i beneficiari”. Il sindacato Adl Cobas: “In ogni caso è necessario da subito un “reddito di quarantena” per tutti coloro che sono esclusi dagli ammortizzatori sociali previsti per il lavoro dipendente”
Da ieri circola in rete l’appello «La cultura non viene (mai) dopo» con una proposta interessante: estendere il «reddito di cittadinanza» alle figure del precariato e a quelle del lavoro autonomo nei servizi. È promosso da case editrici indipendenti come Momo edizioni, Red Star Press, Rina Edizioni, D edizioni, Coconino Press, Lorusso Editore,Milieu Edizioni, Manifestolibri, Pulp – Quotidiano dei libri. Tra gli altri ci sono Attac Italia, Assalti Frontali, il sindacato Clap, Dinamopress, il Bin Italia. Hanno aderito, tra gli altri, Rossana Campo, Paolo Berdini e Augusto Illuminati. «Sosteniamo l’urgenza dell’istituzione di un reddito garantito, “di quarantena” anche attraverso l’ampliamento dell’attuale reddito di cittadinanza che continua a escludere troppe figure, rendendo più ampio l’accesso alla domanda e dunque aumentando i beneficiari» sostiene Mattia Tombolini, direttore editoriale di Momo. Una proposta che potrebbe rispondere da subito all’emergenza e, in prospettiva, affrontare uno dei problemi strutturali della misura in vigore del «reddito di cittadinanza»: i criteri fiscali e patrimoniali troppo ristretti che escludono un’enorme fascia di lavoratori.
L’ espressione «reddito di quarantena» sta circolando da qualche giorno e ha riscosso un certo interesse fino al punto da diventare l’oggetto di una rivendicazione in un presidio di riders e precari a Bologna davanti alla regione Emilia Romagna il 3 marzo scorso. Lo ha proposto anche il movimento Ambiente diritti e uguaglianza in Valle d’Aosta. Gli educatori scolastici dipendenti di cooperative sociali a Reggio Emilia lo ritengono uno strumento indispensabile contro il «virus della precarietà».
La proposta è stata formulata dall’Adl Cobas e ha raccolto l’adesione di spazi sociali e di molte cooperative di lavoratori autonomi che hanno organizzato forme di mutualismo. Si tratta «di una garanzia di reddito indispensabile, un sostegno economico immediato per tutti i precari della cultura, e per tutte le piccole imprese culturali del paese. E se possibile allargando la stessa misura a tutti i precari» sostiene Luca Dall’Agnol di Adl Cobas. Di «reddito di quarantena» si parlerà anche in un’assemblea virtuale convocata domani alle 18. La piattaforma digitale sarà comunicata sulla pagina Facebook di Adl Cobas, In un tempo di «distanziamento sociale» cambiano anche le modalità di discussione politica.
Tratto da Il Manifesto