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15 Aprile: 50.000 firme consegnate alla Camera per il reddito minimo garantito

di Tilt

Il reddito minimo garantito, uno strumento di civiltà

“Uno strumento di civiltà”, con queste parole, Laura Boldrini, la presidente della Camera, ha accolto la nostra proposta di legge di iniziativa popolare. Ieri abbiamo consegnato le firme raccolte in mesi di campagna che ci ha portato nelle strade, con i banchetti, nelle assemblee e iniziative pubbliche a descrivere e discutere di uno strumento diffuso in tutta Europa tranne che nel nostro strano paese e in Grecia. Una campagna che ha coinvolto oltre 170 tra associazioni, comitati di vario genere, circoli di partito o di quartiere e siamo soddisfatti soprattutto di questo: che si sia creata una nuova coalizione sociale per il reddito minimo garantito.Ieri inoltre è successo un fatto politico straordinario, i parlamentari di PD, SEL e M5S sono scesi da Montecitorio per accogliere la nostra proposta e insieme farsene garanti. Il processo non sarà privo di intoppi probabilmente, ma ci hanno promesso una convocazione comune per la prossima settimana proprio per discutere di questa proposta.Ad ogni modo per noi la giornata di ieri ha rappresentato un ulteriore passo in avanti verso una riforma che potrebbe cambiare la vita di milioni di persone e in nessun caso si era mai arrivati così vicini a farlo in questo strano paese. Mentre infatti misure di reddito in paesi dell’Europa a cui spesso ci richiamiamo sono presenti dagli anni sessanta (in Germania dal 1961), nel nostro paese i movimenti hanno iniziato a fare campagna per il reddito dagli anni novanta ma non si è mai arrivati al coinvolgimento della politica.Certo la situazione di crisi che viviamo, la disperazione che si respira tra le persone, l’assenza di prospettive di crescita e lo stallo del parlamento sull’elezione del governo contribuiscono alla crescita di attenzione sul tema. Ma al di la delle cause, le conseguenze dell’istituzione di uno strumento del genere, sono a nostro avviso di particolare importanza per la liberazione delle vite e delle energie utili a rimettere in moto il sistema paese.A chi ci dice che il costo di questa misura potrebbe non essere disponibile rispondiamo convinti che gli unici diritti che costano sono quelli vilipesi e dimezzati. Il costo sociale dell’assenza di misure di welfare è sicuramente superiore a quello dell’istituzione del reddito minimo garantito. Speriamo che presto se ne rendano conto tutti in Parlamento e fuori da li. C’è tanta disinformazione purtroppo ma noi continueremo a parlarne, a spiegare le nostre ragioni e a cercare di stimolare l’opinione pubblica per evitare che ancora una volta sia la guerra tra poveri ad avere la meglio.Buon lavoro alla coalizione per il reddito dentro e fuori dalle istituzioni.

 

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