Il «momento è giunto» per il reddito di base universale (UBI) in Scozia, ha affermato il premier Nicola Sturgeon.
Parlando al quotidiano briefing sul coronavirus a Edimburgo, il primo ministro ha affermato che ci saranno «discussioni costruttive» con il governo britannico sulla questione. Infatti la Scozia sta chiedendo al governo Jonson di introdurre un reddito di base in tutto il Regno Unito o comunque, in caso contrario, di poter avere le competenze statali per introdurlo in Scozia.
In base alla proposta, ai residenti sarebbe concesso un pagamento universale da parte del governo, con alcuni altri sussidi eliminati.
Il governo scozzese ha già individuato quattro aree, tra contee e città, per avviare il programma pilota, ma è il governo del Regno Unito ad avere il potere supremo di realizzare un programma a carattere nazionale. Il governo scozzese avrebbe bisogno infatti di un maggiore controllo sulla fiscalità e sulle misure di protezione sociale per far si che sia possibile introdurre una misura come il reddito di base ed il primo ministro ha detto che spera si possa «creare un dibattito costruttivo» con il governo del Regno Unito.
Intanto il think tank Reform Scotland ha ideato già uno studio per una proposta più dettagliata per uno schema di reddito di base incondizionato . Consisterebbe in un pagamento annuale di 5.200 sterline all’anno per gli adulti e 2.600 sterline per i minori di 16 anni. Secondo i primi calcoli costerebbe al governo scozzese 20 miliardi di sterline, e sono già state individuate misure fiscali e risparmi per aumentare le entrate di 18,34 miliardi di sterline.
Durante il briefing, il primo ministro ha dichiarato: «L’esperienza del virus e le sue conseguenze economiche mi hanno reso molto, molto più convinta dell’idea e che sia giunto il momento per attuarla».
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