Il più grande partito russo potrebbe essere in procinto di sostenere il lancio di un reddito minimo garantito per tutti i cittadini. Dmitry Medvedev afferma che il reddito di base potrebbe essere un modo per preservare l’armonia sociale in un mondo post Covid-19. Medvedev – che è stato sia presidente che primo ministro della Russia – afferma che la pandemia lo ha spinto a rivalutare il modo in cui il governo si occupa della sicurezza finanziaria e sociale dei cittadini.
Intervenendo a un incontro digitale di Russia Unita martedì, Medvedev ha definito necessario analizzare «approcci e nuove strutture» che già esistono in altre nazioni, sottolineando che la crisi della pandemia ha mostrato l’importanza dello Stato nel fornire stabilità alla vita delle persone. Alla conferenza online, Medvedev ha descritto il reddito di base come un «importo minimo» pagato dallo Stato a ciascuna persona, «indipendentemente dal tipo di attività e dal suo stato socio-economico». «Presumo che i miei colleghi del partito Russia Unita discuteranno questa idea, insieme ai loro colleghi del governo e dei sindacati», ha aggiunto.
Sebbene il reddito di base non sia un concetto ben noto in Russia, Medvedev non è la prima persona a sostenere la sua introduzione. Lunedì, Andrey Kutepov, capo del Comitato di politica economica del Consiglio della Federazione russa, ha scritto all’assistente presidenziale Maxim Oreshkin suggerendo l’adozione di un reddito di base nella forma di una sperimentazione. Tale sperimentazione fornirebbe a ogni russo un reddito tre volte il minimo di sussistenza. Ciò equivarrebbe a poco più di 35.000 rubli ($ 460) al mese.
Fonte: Basic Income Today