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Sudafrica: Il Basic Income Grant potrebbe diventare una voce permanente del bilancio nazionale.

Nel 2020, il governo sudafricano ha introdotto il programma R350 Social Distress Relief (SDR), un sostegno economico destinato a coloro che erano particolarmente vulnerabili, in particolare dopo gli impatti sociali causati dalla pandemia. Due anni dopo, questo sostegno cambia nome e viene denominata Basic Income Grant, ed è diventato un pilastro per rispondere alle difficoltà sociali ed è divenuto un argomento molto dibattuto tra politici, analisti e società civile. Con molti sudafricani che dipendono da questa sostegno, la domanda che oggi i sudafricani si pongono è se il sostegno diventerà un elemento permanente della politica economica sudafricana, come sarà progettata per soddisfare i bisogni della popolazione e chi riscuoterà l’assegno?
Michael Sachs è tra coloro che si stanno interrogando proprio sul futuro di un reddito di base in Sud Africa. Sachs è professore presso l’Università del Witwatersrand ha ricoperto incarichi nel governo come Direttore principale della politica fiscale e Direttore principale delle finanze internazionali e dello sviluppo. Attualmente, Sachs è il vicepresidente della Commissione finanziaria e fiscale, un organo consultivo del governo sudafricano.  esamina la sovvenzione per il reddito di base e se dovrebbe diventare una voce permanente nel bilancio nazionale.

“Direi che il Basic Income Grant; o Basic Income Support come preferisco chiamarlo, è in effetti ormai un fatto ed è quasi impossibile da ritirare per una serie di ragioni sociopolitiche. La domanda è come sarà progettato in futuro questo sostegno e la sua evoluzione nella politica sudafricana ?”, ha affermato Sachs.

“Come paese, abbiamo lottato con l’aumento della disoccupazione di massa e della povertà sin dall’inizio della democrazia” questo, secondo Sachs, è il nocciolo della questione. È difficile immaginare uno Stato sudafricano che sia in grado di sostenere la crescita e lo sviluppo fino al punto in cui l’intera popolazione possa essere impiegata. La sovvenzione R350 parla di questa incapacità di frenare la disoccupazione record solo attraverso la creazione di posti di lavoro e la crescita economica. “Quando esaminiamo altre sovvenzioni, come il mantenimento dei figli e le sovvenzioni per la vecchiaia, vediamo prove sia a livello globale che locale, che i pagamenti in contanti possono servire come fattore abilitante per incoraggiare più persone a partecipare all’economia locale. R350 potrebbe coprire la tariffa del taxi da una zona rurale a un centro città; ad esempio, dove qualcuno potrebbe trovare un lavoro che altrimenti sarebbe inaccessibile. Quando si discute di questo problema, quindi, è importante guardare alla storia del Sud Africa e formulare un piano che consideri la nostra esperienza come nazione e la nostra posizione socioeconomica”, spiega Sachs.

Come sostiene di nuovo Sachs, “l’introduzione di un reddito di base richiederà l’aumento delle tasse”. La sfida per il governo è fino a che punto le tasse possono essere aumentate prima che l’impatto negativo sulla creazione di posti di lavoro e sulla crescita inizi a intaccare l’economia. Secondo Sachs, l’imposta sul valore aggiunto (IVA) e l’imposta sul reddito delle persone fisiche sono le formule più valide su cui intervenire per aumentare il quantum necessario per sostenere un reddito di base. Queste due forme di tassazione sono metodi collaudati per aumentare il gettito fiscale, al contrario dell’imposta sul reddito delle società, che oscilla in modo abbastanza significativo a causa della sua natura ciclica e quindi non fornisce il flusso di entrate coerente necessario per produrre stabilità. Ancora una volta, invece di concentrarsi esclusivamente su come aumentare le tasse e possibilmente su come tale onere fiscale possa essere sopportato dall’1% più ricco, Sachs sostiene una soluzione più ampia che includa il modo in cui il Sud Africa può ampliare la base imponibile. L’approccio redistributivo di tassare i sudafricani più ricchi è idealistico, ma non necessariamente pratico.

“Ci sono due facce di questa sfida”, continua Sachs, “c’è la questione di come sostenere e far emancipare i cittadini più vulnerabili della società, e poi c’è la questione di come il Sudafrica possa stimolare la crescita e lo sviluppo allo stesso tempo. Queste questioni sono indissolubilmente interconnesse. Come sudafricani dobbiamo rimanere fiduciosi di poter recuperare economicamente, ma la gente deve capire che è improbabile che vedremo uno scenario in cui il Sudafrica si trasformi in Singapore”. Sachs ha fatto riferimento alla filosofia di Thabo Mbeki, che ha affermato che ci sono due società e due economie in Sud Africa: quella degli “abbienti” e quella dei “non abbienti”. L’attualità, secondo Sach, ha spinto il Paese ad andare più lontano sulla strada della divisione, piuttosto che andare verso la solidarietà e la costruzione di un’economia a cui tutti possono contribuire. La domanda per il governo ora è se stabilire un sostegno come il reddito di base  servirà ad esacerbare o trasformare le divisioni sociali che separano i sudafricani. Sachs afferma: “queste domande del ‘quadro più ampio’ sono quelle a cui dobbiamo rispondere se vogliamo lavorare per un fisco sostenibile e una politica economica a lungo termine”. Il Sudafrica si trova a un bivio in termini di futuro economico e politico. E con la turbolenza del clima globale, ci sono una miriade di fattori da considerare. Non esiste una risposta semplice a questo problema complesso.

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