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Reddito garantito, oltre la legge.

di Rete Reddito, Bologna

Nella città di Bologna il dibattito sul reddito di cittadinanza ha sempre interessato il movimento (nella sua estensione quantitativa e qualitativa, spaziale e temporale) prima e durante le giornate del NOOCSE del 2000.Ma a parte il carattere teorico non si è mai riusciti ad esprimere e sperimentare progetti capaci di dare risposte concrete a situazioni concrete. La rete per il reddito nasce a cavallo della manifestazione del novembre 2003, quando si è dimostrato a livello nazionale che nelle sue diverse declinazioni, il reddito diveniva una proposta capace di attraversare i vari percorsi di lotta alla precarietà e alla miseria. Chi l’ha costruita non ha deciso per una sua presenza stabile: il processo di osmosi accompagna al proprio interno chi ha declinato la sua diversità costruendo altre modalità di intervento, ed evidenziando in questo modo il carattere multiforme che può prendere un obiettivo che attraversa impostazioni diverse.Entriamo quindi nel merito delle domande che la rivista Infoxoa propone:
Chi lo deve prendere?A questa domanda possiamo rispondere riprendendo quanto abbiamo scritto nel documento di presentazione della rete a Bologna. E’ necessario però precisare che nel frattempo la città ha visto un cambiamento nella conduzione del potere amministrativo, con l’avvento di un sindaco ex-sindacalista. Le nuove parole d’ordine in materia di lavoro sono scritte nero su bianco nel DPL “Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro”. Se allo Stato si demanda tutto ciò che è inerente la regolamentazione della frammentazione delle figure lavorative, alla Regione, Provincia e Comune, si centralizzano i poteri di concessione e revoca degli incentivi circa la costituzione di nuove imprese o cooperative sociali, attraverso modalità di concertazione fra soggetti pubblici e privati. Noi diciamo subito che poco ci importano le politiche che si presentano con criteri di concertazione istituzionale. Il nuovo patto sociale è pronto a partorire un mostro a due teste: il Leviatano che ingoierà tutta la ricchezza prodotta senza lasciare briciole a chi non le merita.In una nostra proposta di legge regionale per il reddito si chiede la destinazione di fondi per garantire forme di reddito a cittadini italiani e stranieri disoccupati, di integrare il reddito a coloro che sono precariamente occupati e ai pensionati. Si chiedono somme occorrenti per garantire loro la gratuità dell’accesso al trasporto pubblico locale, agevolazioni ed esenzioni del servizio sanitario e la  partecipazione a corsi di formazione. Per gli studenti oltre alla gratuità del trasporto urbano, si chiede un sostegno sull’acquisto dei libri di testo nonché la carta di Reddito Studentesco per accesso ai servizi formativi, informativi, culturali e di credito. La regione deve inoltre contribuire nella misura del cinquanta per cento dei costi relativi alle utenze per fornitura di gas, acqua, elettricità, per la telefonia fissa, e per l’alloggio.
Quanto, perché e come?Rivendichiamo un reddito che non abbia natura assistenziale. Dunque il reddito non può essere pensato solo nella forma di legge (che per noi rimane solo uno strumento che può aiutare a mettere in relazione tutti quei soggetti sociali disgregati dai processi di destrutturazione del mercato del lavoro), ma vogliamo un reddito diretto che si rifiuti di ridursi a sussidio, un reddito in moneta su base individuale pari a 1000 euro mensili per tutti coloro che non vogliono accettare il ricatto del lavoro sempre più precario, malpagato e socialmente incompatibile (produzioni inquinanti, industria bellica, economia criminale ecc.) ed un reddito indiretto: dalla sanità pubblica accessibile a tutti alla tariffazione sociale per i servizi, per il diritto ai trasporti pubblici gratuiti, per affitti sostenibili, per l’accesso ai saperi e alle culture.
Cosa significa reddito per tutti?Noi pensiamo che la precarietà della vita e del lavoro siano la condizione e il paradigma dello sfruttamento, e siano trasversali ad ogni modalità di lavoro esistente a tempo indeterminato o determinato. Che è sempre più difficile separare il tempo della vita dal tempo di lavoro: sia l’innovazione (scoperte scientifiche e tecnologiche), sia il meccanismo di comunicazione e informazione del mercato, favoriscono lo sfruttamento della conoscenza diffusa dei singoli individui, consentendo alla produzione sociale di estendersi sino ad intersecare i due momenti un tempo distinti. Riteniamo che la stessa capacità creativa e produttiva di ogni singolo individuo, mentre da una parte viene riconosciuta dal nuovo sistema giuridico ed economico solo in funzione delle relazioni con altri soggetti, dall’altra si pone come individualismo di mercato. Produttore e consumatore si rispecchiano vicendevolmente l’uno nell’altro in un processo che determina la perdita dei diritti collettivi e sussume le potenzialità dell’individuo singolo.Infine, se l’idea riformista improntata sull’efficienza del lavoro e sul mito del produttivismo a tutti i costi non tiene conto di un ecosistema che sta collassando, il neoliberismo selvaggio ha già dato una risposta prendendo atto del collasso e incentivando il “si salvi chi può”. Noi non ci stiamo.

Proposta di leggere regionale della ReReBo in Emilia Romagna

Norme per l’introduzione del reddito sociale

Titolo I – Principi e destinatari

Articolo 1 – Principi e finalità

1.La Regione Emilia-Romagna, in attesa dell’approvazione di una legge nazionale per l’istituzione del reddito sociale minimo quale livello essenziale delle prestazioni concernenti un diritto sociale che deve essere garantito su tutto il territorio nazionale ai sensi dell’art. 117 secondo comma lett. m) della Costituzione, istituisce un reddito sociale minimo al fine di garantire sul territorio regionale la piena attuazione di una politica di sostegno, inclusione e coesione sociale in armonia con i principi espressi nella Carta Istitutiva della Unione Europea e negli articoli 3, 34 e 36 della Costituzione italiana.

2.La Regione Emilia-Romagna destina fondi per garantire forme di reddito a titolo individuale ai soggetti disoccupati, occupati precariamente o in maniera intermittente, ai pensionati e ai partecipanti ad attività formative.

Articolo 2 – Definizione  e importo del Reddito Sociale

1.Si definisce reddito sociale quell’insieme di forme reddituali dirette ed indirette che assicurino un’esistenza libera e dignitosa.

2.Questa viene assicurata attraverso la garanzia dell’accesso al consumo di beni e servizi basilari, quali sono i beni di consumo, la formazione, la cultura, la mobilità, la sanità, l’alloggio, i servizi minimi e il credito.

3.L’importo massimo del reddito sociale riconosciuto annualmente a ciascun soggetto in possesso dei requisiti di cui all’art 3 è di ottomila euro.

4.L’importo di cui al comma precedente è rivalutato annualmente sulla base degli indici del costo della vita per le famiglie degli operai e degli impiegati rilevati dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).

Articolo 3 – Destinatari

1.Soggetti destinatari delle agevolazioni e delle forme di erogazione diretta ed indiretta di reddito sociale sono i cittadini italiani e stranieri,  residenti nella regione da almeno due anni, che rientrino nelle categorie di cui all’articolo 1 comma 2 così definite:

si considerano disoccupati, precariamente o in maniera intermittente occupati gli individui di età maggiorenne che percepiscano un reddito personale imponibile inferiore ai  dodicimila euro annui

2.I benefici e le agevolazioni previste della presente legge regionale per i soggetti di cui al comma precedente vengono riconosciuti anche ai soggetti titolari di pensioni sociali e minime.

Titolo II – Erogazione diretta

Articolo 4 – Erogazione diretta per i soggetti disoccupati, precariamente o in maniera intermittente occupati e per i

soggetti titolari di pensioni sociali minime.

1.Ai soggetti di cui all’articolo 3 comma 1 è corrisposto quale forma diretta di reddito sociale minimo una somma che integri il reddito imponibile annuo percepito fino alla somma di dodicimila euro annui comprensiva dell’integrazione e non superiore all’importo di cui all’art. 2 comma 3.

2.Il limite di reddito di cui al comma 1 è rivalutato annualmente sulla base degli indici del costo della vita per le famiglie degli operai e degli impiegati rilevati dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).

3.Il regolamento di cui all’articolo 15 definirà le modalità di attuazione del contributo di cui al presente articolo.

Titolo III – Erogazioni indirette

Articolo 5 – Erogazioni indirette concernenti il diritto alla mobilità

1.Per i soggetti destinatari di cui all’articolo 3 comma 1, quale forma di garanzia di diritto alla mobilità, vengono previste la gratuità del trasporto urbano ed un sostegno del 50% per il trasporto extraurbano.

2.Il regolamento di cui all’articolo 15 definirà le modalità di attuazione delle erogazioni e delle agevolazioni di cui al comma precedente.

Articolo 6 – Erogazioni indirette concernenti il diritto  alla cultura e alla formazione

1.Per i soggetti destinatari di cui all’articolo 3 comma 1, quale forma di garanzia di diritto alla cultura, viene istituito un contributo del 30% sull’acquisto di beni di consumo  e servizi di tipo culturale.

2.I soggetti destinatari di cui all’articolo 3 comma 1, quale forma di garanzia di diritto alla formazione, sono esclusi da ogni onere per l’iscrizione e la partecipazione a corsi e esami di formazione professionale, verranno inoltre determinate diarie giornaliere per i fruitori dei corsi

3.Per gli studenti medi ed universitari che rientrano nei requisiti di cui all’articolo 3 comma 1, viene istituita una Carta Reddito Studentesco di 260 euro mensili, rivalutata annualmente ai sensi art. 2 comma 4, per l’accesso ai servizi formativi, informativi, culturali e di credito.

4.L’istituto di cui al comma 3 è riconosciuto come aggiuntivo ai limiti dell’importo massimo come definito all’articolo 2 comma 3, e non concorre alla determinazione del requisito di cui all’articolo 3 comma 1.

5.Il regolamento di cui all’articolo 15 definirà le modalità di attuazione del contributo, delle diarie e della carta reddito studentesco di cui ai commi precedenti.

Articolo 7 – Erogazioni indirette concernenti il diritto alla salute

1.Per i soggetti destinatari di cui all’articolo 3 comma 1, quale forma di garanzia di diritto alla salute, vengono istituite l’esenzione totale dal pagamento di ticket e la gratuità dell’erogazione del servizio sanitario.

2. Il regolamento di cui all’articolo 15 definirà le modalità di attuazione delle esenzioni di cui al comma precedente.

Articolo 8 – Erogazioni indirette concernenti diritto alla casa e agevolazioni per i servizi minimi

1.Nell’ambito della legislazione regionale saranno stabiliti piani per il recupero e lo sviluppo dell’edilizia residenziale pubblica e forme di agevolazione con riguardo alla corresponsione dei canoni per gli alloggi e degli oneri accessori in favore dei soggetti di cui all’articolo 3 comma 1.

2.Per i soggetti di cui all’articolo 3 comma 1, quale forma di garanzia del diritto ai servizi minimi per una vita dignitosa, viene erogato un contributo, fino alla misura del cinquanta per cento, per i costi relativi alle utenze per fornitura di gas, acqua, elettricità, per la telefonia fissa e per l’alloggio.

3.Il contributo di cui al comma 2 è riconosciuto nei limiti dell’importo massimo come definito all’articolo 2 comma 3, e non concorre alla determinazione del requisito di cui all’articolo 3 comma 1.

4.Il regolamento di cui all’articolo 15 definirà le modalità di attuazione del contributo di cui al comma 2.

Titolo IV – Accesso alle erogazioni

Articolo 9 – Modalità di accesso alle agevolazioni

1.I soggetti di cui all’articolo 3 comma 1 presentano agli uffici di cui all’articolo 13 istanza per usufruire dei benefici e delle agevolazioni della presente legge.

2.Nel regolamento di cui all’articolo 15 saranno indicate le dichiarazioni e la documentazione necessarie per accedere ai benefici della presente legge.

Articolo 10 – Decadimento dalle agevolazioni

1.Decade dalle agevolazioni e dai benefici della presente legge regionale il lavoratore che ottenga un lavoro a tempo pieno e indeterminato.

2.Il regolamento di cui all’articolo 15 definisce le modalità di sospensione dei benefici e delle agevolazioni della presente legge per i soggetti di cui al comma precedente.

Articolo 11 – Sanzioni per i datori di lavoro

1.Nei confronti del datore di lavoro che non attesti l’esistenza del rapporto di lavoro intercorrente con il soggetto che fruisce dei benefici di cui alla presente legge regionale viene applicata la sanzione amministrativa pari all’ammontare delle somme che il soggetto avrebbe dovuto percepire quale corrispettivo del lavoro svolto con riferimento ai minimi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro della categoria.

2.Il regolamento di cui all’articolo 15 definirà le modalità di controllo e monitoraggio delle violazioni di cui al comma precedente.

Articolo 12 – Sanzioni per i lavoratori

1.Nei confronti del lavoratore che non dichiari ogni forma di reddito percepito sono sospese immediatamente le erogazioni dirette e indirette di forme reddituali di cui alla presente legge.

2.Il regolamento di cui all’articolo 15 definirà le modalità di controllo e monitoraggio delle violazioni di cui al comma precedente.

Titolo V – Modalità di organizzazione e attuazione delle norme della presente legge

Articolo 13 – Istituzione dell’Ufficio competente

1.Viene istituito – presso il Dipartimento Regionale competente in materia di Politiche Sociali- l’Ufficio competente dell’accoglimento e della valutazione delle richieste per l’accesso ai benefici.

2.L’ufficio di cui al comma precedente è altresì preposto al coordinamento delle attività legate alla presente legge.

3.Il regolamento di cui all’articolo 15 definirà le modalità di organizzazione di tale ufficio.

Articolo 14 – Copertura finanziaria

1.La Regione Emilia-Romagna si fa carico dell’erogazione dei fondi necessari alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dalla presente legge regionale

2.La Regione Emilia-Romagna provvede alla copertura degli oneri di cui al comma precedente con adeguati stanziamenti di bilancio.

Articolo 15 – Redazione  e approvazione del regolamento attuativo

1.Il regolamento attuativo delle modalità di erogazione diretta e indiretta di forme reddituali della presente legge, dei criteri di attuazione delle norme previste dalla presente legge e delle funzioni dei Comuni, delle Province e degli Enti coinvolti nella attuazione di questi, verrà approvato dal Consiglio regionale entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

2.Compito della Giunta Regionale in collaborazione con i partecipanti al comitato promotore della presente legge regionale di iniziativa popolare sarà redigere la proposta di regolamento che dovrà essere vagliata e approvata dal Consiglio Regionale

3.Il regolamento di cui al presente articolo definirà la struttura organizzativa degli uffici competenti e le modalità di comunicazione e organizzazione tra i Comuni, le Province e gli Enti coinvolti atte a permettere l’attuazione della presente legge regionale.

4.Sulla base delle modalità di organizzazione previste nel regolamento di cui al presente articolo, la Giunta regionale può impartire specifiche direttive ai Comuni ed alle Province e agli Enti coinvolti.

Tratto da Infoxoa N°19 – marzo 2005

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