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Reddito minimo garantito, perchè in Italia no? Un convegno per discutere sull’argomento.

di Simona Berterame

Articolo pubblicato sul sito “R0ma che verrà” a cura di Simona Berterame in merito all’iniziativa promossa dal BIN Italia il 15 gennaio 2013 pressa la Sala delle Carte Geografiche a ROma in occasione della presentazione del libro “Reddito MInimo Garantito un progetto necessario e possibile” Edizioni GruppoAbele a cura di BIN Italia.

Un convegno nel cuore di Roma, a pochi passi da piazza della Repubblica, in via Napoli 36. L’iniziativa, avvenuta ieri 15 gennaio 2013 alle ore 17, è stata organizzata dalla BIN (Basic Income Network) Italia, con lo scopo di presentare la propria nuova ricerca, patrocinata dalla provincia di Roma e pubblicata dalle edizioni GruppoAbete, dal titolo “Reddito minimo garantito. Un progetto necessario e possibile”. Grande partecipazione nonostante il maltempo, forse anche troppa considerando lo spazio limitato fornito dalla Sala delle Carte Geografiche. L’incontro si è costituito degli interventi di Luigi Ferrajoli, Maria Rosaria Marella, Stefano Rodotà, Massimiliano Smeriglio e Nicola Zingaretti, moderati da Marta Bonafoni. Erano presenti anche gli autori della ricerca (Giuseppe Allegri, Giuseppe Bronzini, Sabrina Del Pico, Sandro Gobetti, Saturnino Salvagni, Luca Santini, Rachele Serino) , con lo scopo principale di presentare appunto il proprio testo, ricco di interessantissime notizie partendo dalle esperienze di reddito minimo garantito in corso nei vari Paesi del continente europeo. L’associazione Bin Italia è in lotta per il reddito minimo garantito dal 2008, anno della sua nascita.

In Italia solo il 27% dei disoccupati ha diritto a un sussidio mentre in tutti i paesi d’Europa, ad eccezione di Grecia e Ungheria, esiste un sussidio al reddito, che anche se modesto, aiuta il cittadino ad uscire dalla disoccupazione e dalle difficoltà, considerando perciò queste situazioni come dei problemi non individuali ma sociali e a carico dello Stato. Non bisogna poi dimenticare che il 29,9% dei cittadini in Italia è a rischio povertà. In un panorama così tragico una riforma del Welfare appare necessaria e non più prorogabile. Il dibattito ha regalato ai presenti notevoli spunti di riflessione, grazie alla cultura e alla preparazione degli ospiti. Nicola Zingaretti considera il reddito minimo garantito “un grande assente che ha portato ad una crisi profonda del paese.” Il candidato del centrosinistra alla presidenza della regione Lazio, espone dei dati poco rassicuranti in merito al diritto alla maternità: il 40% delle ragazze italiane che hanno un figlio entro un anno dalla nascita del bambino perde il proprio lavoro, il 18% per quanto riguarda invece le donne più mature. Zingaretti considera “una delle grandi miopie degli ultimi anni la convinzione che l’uscita dalla crisi potesse avvenire tramite tagli lineari e riduzione della spesa pubblica. Andrebbe modificata non solo la quantità ma anche la qualità della spesa pubblica, attraverso l’innovazione e gli investimenti, grandi assenti del nostro paese”.Stefano Rodotà auspica addirittura per un reddito medio di base universale, secondo una visione forse troppo utopistica. Senza ombra di dubbio il reddito minimo garantito rappresenta il primo step per un vita dignitosa e si spera che, dopo anni di lotte, sia inserito all’interno dell’agenda del governo.

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