La pubblicazione, edita dal Institute for Policy Research (IPR) dell’Università di Bath, dal titolo ” Technological change and growth regimes. Assessing the case for universal basic income in an era of decline labour shares”, “fornisce una panoramica del progetto di ricerca “Economics of basic income” (marzo 2019 – gennaio 2022). Negli ultimi decenni, nella maggior parte dei Paesi OCSE si è assistito a un calo significativo della quota di lavoro e a un aumento delle disuguaglianze. Il declino della quota di lavoro e l’aumento delle disuguaglianze pongono diversi problemi a questi Paesi, legati alla giustizia distributiva, ai risultati economici e sociali, come la carenza di reddito e domanda aggregata o alla democrazia. In questo rapporto ci concentriamo sul ruolo del cambiamento tecnologico come motore centrale del declino della quota di manodopera ed esploriamo la sua contingenza: sia a seconda dei contesti che delle definizioni/operazioni della tecnologia. Per quanto riguarda quest’ultima, distinguiamo tra prospettive che pongono il capitale fisico e gli investimenti in automazione e TIC al centro del cambiamento tecnologico, da un lato, e la crescita dell’economia della conoscenza e del capitale immateriale, dall’altro. Nel frattempo, seguendo il lavoro di Baccaro e Pontusson (2016) e più recentemente di Hassel e Palier (2021), utilizziamo il concetto di “regimi di crescita” per analizzare come gli effetti della tecnologia siano mediati e moderati dalle istituzioni politico-economiche nazionali. Questo approccio ci permette di testare argomentazioni più sfumate sul ruolo del cambiamento tecnologico nel declino della quota di lavoro e di discutere i probabili effetti, e la fattibilità politica di soluzioni politiche come il reddito di base universale (UBI), spesso avanzate come risposta all’aumento dell’automazione e alla diminuzione dei rendimenti del lavoro.”
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