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Un nuovo libro: “L’odio dei poveri”. Di Roberto Ciccarelli

Una rigorosa inchiesta politico-filosofica sul welfare 

Che cos’è l’«odio dei poveri» che dà il titolo a questo libro? È l’odio verso i poveri o il loro odio verso chi li definisce tali, confermandone e approfondendone la subalternità?
A partire da questa doppia definizione, L’odio dei poveri si rivela non un semplice saggio su quello che un tempo si sarebbe chiamato «odio di classe», ma una disamina acuta e originale dei conflitti sociali e di potere che indirizzano il nostro linguaggio: termini taglienti e spesso di difficile comprensione come «occupabili», «inclusione attiva», «reddito di cittadinanza», «povertà assoluta» e «relativa» e soprattutto il bicefalo «workfare» – la versione impoverita del welfare – rappresentano in Occidente l’arma più astuta usata dal sistema per governare la precarietà delle vite.
In un momento in cui lo slittamento a destra dell’assetto politico sembra non aver fine (e in Italia il governo Meloni svela il suo lato più inquietante e punitivo ai danni dei poveri), Roberto Ciccarelli decostruisce un importante pezzo di storia e di microfisica del potere attuale, fornendo nuovi strumenti all’opposizione politica.

Roberto Ciccarelli (Bari, 1973). Filosofo e giornalista, scrive per «il manifesto». Ha pubblicato tra l’altro Potenza e beatitudine (Carocci 2003), Immanenza (il Mulino 2009), Il Quinto Stato (con Giuseppe Allegri, Ponte alle Grazie, 2013), Forza lavoro. Il lato oscuro della rivoluzione digitale (DeriveApprodi 2018), Capitale disumano. La vita in alternanza scuola-lavoro (manifestolibri 2018), Vita liberata. Oltre l’apocalisse capitalista (DeriveApprodi 2022).

Tratto da Casa Editrice Ponte alla grazie

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