Riceviamo e volentieri pubblichiamo un nuovo contributo al dibattito. Una nuova tesi universitaria dal titolo: “Il reddito di base universale: un nuovo paradigma per il Welfare State?” realizzata da Mattia Strinati per l’Anno Accademico 2023/2024. Tesi per il Corso di Laurea Magistrale in Diritti umani, migrazioni e cooperazione internazionale – Scienze per la cooperazione allo sviluppo, dell’Università degli Studi di Bergamo.
Dall’introduzione alla tesi:
“Questo lavoro nasce dal desiderio personale di fornire un contributo all’approfondimento e alla proliferazione di un’idea che possa rappresentare una svolta fondamentale per la creazione di un mondo più equo e giusto: il reddito di base universale. Sebbene per molti possa apparire come un concetto nuovo e provocatorio, le radici storiche di questa proposta si intrecciano con la storia del pensiero economico e sociale, risalendo addirittura al XVIII secolo, quando alcuni pionieri del pensiero sociale iniziarono a riflettere sulle ingiustizie e sulle disuguaglianze del loro tempo. Il reddito di base universale si configura come un’innovativa misura economica e sociale che prevede l’erogazione di una somma di denaro regolare e incondizionata verso tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito o dalla loro disponibilità lavorativa, che possa garantire una la possibilità di vivere una vita libera e dignitosa a tutti.
La tesi si articola in tre capitoli, ognuno dei quali affronta un aspetto fondamentale del tema.
Nel primo capitolo si esamina il contesto attuale per comprendere perché una misura come il reddito di base universale possa risultare utile nel mondo contemporaneo. Si evidenzia come la crescita economica moderna spesso non si traduca in un miglioramento delle condizioni di vita per tutti, contribuendo invece ad acuire le disuguaglianze economiche. Inoltre, si analizzano i cambiamenti nel mondo del lavoro avvenuti nel XX secolo, a partire dalla rottura del compromesso fordista, per capire perché sia necessario un cambiamento nell’approccio politico alla lotta contro la povertà.
Il secondo capitolo si concentra sull’evoluzione delle misure di contrasto alla povertà nell’ambito dell’assistenza pubblica e della previdenza sociale, con un focus particolare sul ruolo del reddito minimo garantito, attualmente la misura più diffusa. Particolare attenzione viene posta sulle esperienze italiane di contrasto alla povertà, con un’analisi dettagliata del Reddito di cittadinanza, cercando di mettere in luce i punti di forza e di debolezza di questo schema.
Il terzo capitolo, infine, poggiando sulle fondamenta costruite dai primi due, sviluppa il concetto di reddito di base universale in modo più approfondito, tracciandone la storia e affrontando le principali critiche, sia di natura morale che finanziaria.
Attraverso questa struttura, la tesi mira a fornire una panoramica completa delle potenziali implicazioni del reddito di base universale per le politiche pubbliche e per la società nel suo insieme, valutando se e in quale misura possa contribuire a ridurre le disuguaglianze e promuovere una maggiore giustizia sociale.
L’obiettivo finale è quello di suscitare interesse e curiosità nei confronti di una proposta spesso considerata radicale, irrealizzabile e utopica, ma che ha il potenziale di trasformare in modo sostanziale il nostro tessuto sociale ed economico garantendo un passo decisivo verso un futuro migliore, in cui tutti possano poggiare i piedi su un terreno sicuro e libero.
Non si tratta solamente di un’analisi accademica, ma di un invito a ripensare le politiche sociali e a considerare nuove strade verso una società più giusta e inclusiva.”
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