Oggi si produce di più ma con meno lavoro, c’è più ricchezza ma non viene redistribuita. Per questo aumenta la disoccupazione e il precariato, i lavoratori perdono forza e diritti in fabbrica e nella società, i giovani hanno la prospettiva di vivere peggio dei loro genitori. Un convegno per indagare i numeri, le storie del dramma del lavoro e le proposte per garantire un’occupazione e un reddito a tutti.
La crisi economica ha peggiorato una tendenza in atto da alcuni decenni: la diminuzione del lavoro e la sua precarizzazione, la perdita di forza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, nella società, nella politica. Come mai?
La produzione di merci e di ricchezza avviene, grazie all’uso della tecnologia informatica, con sempre meno lavoro umano. Inoltre, come ci ha ricordato il prof. Piero Bevilacqua nel convegno del novembre scorso su Crisi, beni comuni, decrescita , la globalizzazione ha “creato un mercato del lavoro mondiale che induce le grandi e medie imprese a delocalizzare le loro fabbriche in Paesi dove il costo della manodopera è più basso e la legislazione ambientale meno rigorosa. In questo modo i circa 960 milioni di lavoratori dei Paesi cosiddetti sviluppati, nel giro di 30 anni, sono stati messi in diretta concorrenza con oltre due miliardi di popolazione in età lavorativa disponibili in Cina, India, Brasile, Europa dell’est” .
Agricoltura genetica ed industriale, robotizzazione delle fabbriche, delocalizzazioni sono servite alle imprese per fare lauti profitti, ma anche per depotenziare le richieste della classe lavoratrice e farle accettare condizioni di lavoro peggiori. Quindi meno lavoro (diventato flessibile, precario, a partita IVA) e meno diritti.
Il lavoro, invece di essere un fattore di sicurezza personale, di gratificazione e di crescita, di utilità sociale, è sempre più un fattore di insicurezza, di frustrazione, di difficoltà. Se non c’è non ti consente di vivere dignitosamente; se c’è ti fa vivere non espandendo la tua personalità, ma facendoti sentire un semplice ingranaggio del meccanismo di produzione. Il lavoro delle persone è ridotto e trattato alla pari del capannone, delle macchine, delle materie prime o dell’energia usata per produrre una merce: quando ce n’è bisogno si prende; se ne serve meno si riduce un po’ o si manda via del tutto. Le persone, e i giovani in particolare, sono alla mercé di questo meccanismo economico-sociale, dove conta e decide chi gestisce la produzione e usa i lavoratori in funzione dei propri obiettivi.
I governi accettano tale situazione e anzi la favoriscono. L’ultimo governo Berlusconi voleva mantenere il primo comma dell’art. 41 della Costituzione e togliere il secondo: “1. L’iniziativa economica privata è libera. 2. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana…” . Il centrodestra, in un epoca di lavoro scarso e di inquinamento largo, voleva e vuole che il sistema di impresa non abbia alcuna responsabilità sociale e ambientale. Esso può disporre delle persone e della natura a proprio piacimento. Vedi l’ILVA a Taranto.
Noi pensiamo che questa non sia la soluzione. Anzi. Non solo lo Stato deve promuovere iniziative, regolare e controllare che l’economia privata si svolga non contro, bensì per finalità sociali occupazionali ed ecosostenibili, ma si deve far carico di non lasciare le persone senza alcuna sicurezza sociale, senza alcuna prospettiva di futuro, garantendo a tutti un reddito di cittadinanza, di esistenza.
Per approfondire questi temi il circolo di Sinistra Ecologia Libertà di Castel Madama ha promosso un convegno dal titolo “Diritto al lavoro, diritto al reddito”, che si svolgerà presso la sala consiliare del Comune di Castel Madama, martedì 13 novembre 2012 alle ore 17.30.
Per delineare i tratti del problema del lavoro e del reddito oggi, verranno presentati inizialmente i NUMERI e le STORIE , ossia i dati sulla perdita di posti di lavoro, sui lavori dimezzati, sulla rassegnazione a trovare lavoro e proiettate alcune video-testimonianze di disoccupati, precari, cassintegrati di Castel Madama.
Sulla base di questi elementi quantitativi e qualitativi si svilupperà il DIBATTITO a cui interverranno:
Maria Pia PIZZOLANTE, precaria, portavoce di TILT, con una
VITE PRECARIE
TILT è un luogo di incontro di ragazze/i impegnati nei movimenti, nelle associazioni, nei partiti. Nasce per accogliere la voglia di una generazione di raccontarsi e per unire l’impegno di ognuno in un percorso di cambiamento del modello di sviluppo e di consumo, a garanzia di una maggiore equità per giovani generazioni.
Sandro GOBETTI, coordinatore BIN Italia
LA NECESSITÀ DEL REDDITO GARANTITO.
Esperienze europee, sperimentazioni regionali, verso una proposta per l’Italia
BIN, Basic Income Network , è una rete di esperti con competenze diverse il cui obiettivo comune è l’introduzione del reddito di cittadinanza in Italia. Al convegno verrà presentato anche il nuovo volume a cura del BIN Italia”Reddito minimo garantito: un progetto necessario e possibile” Edizioni Gruppo Abele 2012
Canio CALITRI, Segretario Generale FIOM – CGIL Lazio
IL DIRITTO AL LAVORO E I REFERENDUM “LOTTOPERILDICIOTTO”
La FIOM , federazione degli impiegati e operai metalmeccanici della CGIL, è impegnata in migliaia di vertenze per difendere l’occupazione, migliorare le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori. La FIOM è promotrice dei referendum per l’abolizione dell’art. 8 della 138/2011, che dà la possibilità di derogare al contratto nazionale di lavoro, e per ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Paolo Cento, Sinistra Ecologia Libertà
UNA POLITICA “PER IL PIENO SVILUPPO DELLA PERSONA UMANA”
SEL lotta per il rispetto della nostra Costituzione, che dice: L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro (art.1). Essa riconosce a tutti il diritto al lavoro (art.4) e rimuove gli ostacoli economici e sociali che limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione alla vita economica, sociale e politica del Paese(art.3).
Le politiche liberiste di Berlusconi, l’austerità e il rigore a senso unico di Monti hanno aumentato la disoccupazione, le diseguaglianze, le discriminazioni e l’esclusione dal lavoro di intere generazioni di giovani. Occorre cambiare politica. Per difendere i posti di lavoro e costruirne di nuovi attraverso la conversione ecologica delle produzioni. Per un nuovo stato sociale centrato sul reddito di cittadinanza, finanziato tassando i redditi più alti e la rendita, tagliando le spese militari, gli sprechi, i privilegi la corruzione.
Questa è la svolta politica di Nichi Vendola, candidato alle primarie del centrosinistra.
sitografia
www.tiltcamp.it
www.redditogarantito.it
www.bin-italia.org
www.fiom.cgil.it
www.referendumlavoro.it
www.sinistraecologialiberta.it
www.nichivendola.it
4 novembre 2012