Reddito di base o pieno impiego, cos’è utopia? presentazione del libro “Reddito per tutti” edito dalla ManifestoLibrdi con Giuseppe Allegri giovedì 19 aprile ore 21 presso il C. S. La Resistenza via della Resistenza 34 – Ferrara A seguire cena di autofinanziamento, specialità della serata: Spaghetti alla Fornero.
Nell’Italia che misconosce l’articolo 1 della Costituzione e vuole cancellare l’articolo 18, nell’Europa che confonde tra libera circolazione di merci, capitali e persone, un nuovo strumento di esistenza e di riscatto dalla precarietà può essere il reddito minimo garantito.Parliamo di reddito di base come idea innovativa, seppur non nuova, di concepire le persone quali membri di una società, non solo ingranaggi di un sistema economico: cittadini, non consumatori.Partiamo dalle basi, distinguendo le diverse le diverse proposte di reddito di cittadinanza: perché tante definizioni diverse per un concetto apparentemente semplice? E poi, in un sistema del genere, non rischieremmo di diventare tutti “surfisti ai lidi ferraresi”? O come dice il ministro Elsa Fornero “con un reddito di base la gente si adagerebbe, si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro”. Insomma, il basic income va inquadrato come vero e proprio diritto all’esistenza e strumento di salvaguardia dell’ecosistema o come forma di assistenzialismo?Attorno a queste e ad altre domande si imposta la presentazione di “Reddito per tutti”, raccolta di riflessioni curata da Basic Income Network (BIN) Italia e uscito dai tipi di Manifestolibri. Ne parliamo insieme ad uno degli autori, Giuseppe (Peppe) Allegri, ricercatore dedicato ai “nuovi” diritti, welfare, lavoro e conoscenza, interessato a proposte radicali di ripensamento della società, del modo di produzione, delle forme di vita, della gestione del tempo, che rispondano concretamente alla crisi, l’austerity e la disoccupazione di massa.
Organizzano Marcella Ravaglia e Girolamo De Michele. Aderiscono: Arcipelago Scec Emilia Romagna, Centro sociale La Resistenza, Emmaus, Gentedisinistra, Grilli estensi, Laboratorio Sancho Panza, Rifondazione Comunista.
Nell’Italia che misconosce l’articolo 1 della Costituzione e vuole cancellare l’articolo 18, nell’Europa che confonde tra libera circolazione di merci, capitali e persone, un nuovo strumento di esistenza e di riscatto dalla precarietà può essere il reddito minimo garantito.Parliamo di reddito di base come idea innovativa, seppur non nuova, di concepire le persone quali membri di una società, non solo ingranaggi di un sistema economico: cittadini, non consumatori.Partiamo dalle basi, distinguendo le diverse le diverse proposte di reddito di cittadinanza: perché tante definizioni diverse per un concetto apparentemente semplice? E poi, in un sistema del genere, non rischieremmo di diventare tutti “surfisti ai lidi ferraresi”? O come dice il ministro Elsa Fornero “con un reddito di base la gente si adagerebbe, si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro”. Insomma, il basic income va inquadrato come vero e proprio diritto all’esistenza e strumento di salvaguardia dell’ecosistema o come forma di assistenzialismo?Attorno a queste e ad altre domande si imposta la presentazione di “Reddito per tutti”, raccolta di riflessioni curata da Basic Income Network (BIN) Italia e uscito dai tipi di Manifestolibri. Ne parliamo insieme ad uno degli autori, Giuseppe (Peppe) Allegri, ricercatore dedicato ai “nuovi” diritti, welfare, lavoro e conoscenza, interessato a proposte radicali di ripensamento della società, del modo di produzione, delle forme di vita, della gestione del tempo, che rispondano concretamente alla crisi, l’austerity e la disoccupazione di massa.
Organizzano Marcella Ravaglia e Girolamo De Michele. Aderiscono: Arcipelago Scec Emilia Romagna, Centro sociale La Resistenza, Emmaus, Gentedisinistra, Grilli estensi, Laboratorio Sancho Panza, Rifondazione Comunista.