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SCIOPEROSOCIALE

Beni pubblici e diritti collettivi il reddito è uno dei pilastri

Quello che segue è il comunicato stampa dopo le giornate del 4 e 5 giugno 2010, quando numerose associazioni e organizzazioni della società civile, hanno dato vita a Roma alla convention su “Beni pubblici e diritti collettivi”. Anche il Bin Italia ha partecipato, coordinato la sessione dedicata a “interculturalità e inclusione sociale”. Di seguito il comunicato stampa dopo i due giorni di lavori. Il reddito garantito è uno dei tre pilastri che si richiedono per la costruzione dei diritti collettivi europei.

Roma, 6 giugno – Oltre 40 organizzazioni in rappresentanza delle molte anime della società civile si sono riunite il 4 e 5 giugno a Roma in una convenzione sui diritti pubblici ed i beni collettivi, per denunciare quanto le vicende europee delle ultime settimane dimostrano chiaramente: l’azione dei governi non ha fermato le speculazioni
finanziarie e ciò che sta accadendo non solo sui mercati finanziari ma nell’economia reale lo ricorda in tutta la sua drammaticità.

Sono sempre più necessarie misure di carattere strutturale e la convenzione che ha animato le aule dell’Università Roma Tre rappresenta solo il primo passo di un lungo percorso.

“Oggi parte una grande consultazione con la società civile per elaborare proposte da presentare alle istituzioni nazionali ed europee” dichiara il coordinatore della convenzione, Pier Virgilio Dastoli. “La protesta popolare si fa sempre più forte, come dimostra la convocazione di uno sciopero generale europeo per il 29 settembre da parte della confederazione dei sindacati europei. Allo stesso modo, nel corso dei nostri lavori, è emersa la necessità di scrivere un <> e di utilizzare alcuni strumenti come quello dell’iniziativa popolare previsto dal Trattato di Lisbona per agire su più fronti e chiedere che siano garantiti diritti come quello della cittadinanza di residenza, quello ad un’ informazione libera e pluralista e quello ad un reddito minimo garantito.”

“E’ indispensabile andare oltre il Trattato di Lisbona,” continua Dastoli, “ma i tempi saranno lunghi e potremmo quindi chiedere di sfruttare il Trattato di adesione con la Croazia perchè siano inseriti dei protocolli e delle dichiarazioni per risolvere problemi emersi dopo la stesura di un trattato che appare già obsoleto. Per raggiungere un accordo politico ampio, sarà necessario

che il Parlamento europeo ed i parlamenti nazionali promuovano la convocazione di una terza convenzione come quelle sulla carta dei diritti e sulla costituzione europea”.

Per giungere a questo risultato, le organizzazioni che hanno partecipato alla due giorni romana hanno deciso di rivolgere un appello ai partiti politici europei.

 

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