Il 28 gennaio si sarebbe dovuta votare la legge per il reddito minimo garantito nella regione Lazio. La giornata iniziata da un presidio di un centinaio di precari, studenti, occupanti di casa fuori il consiglio regionale, si è concluso con un nulla di fatto. Infatti il Consiglio Regionale non ha raggiunto il numero legale necessario ad avviare la discussione in aula e giungere dunque ad una votazione. La giornata si era aperta con un tavolo di confronto tra gli organizzatori del presidio e alcuni esponenti della maggioranza di centro sinistra ai quali si chiedevano garanzie sulla legge e un maggior investimento economico. La mancanza del numero legale non ha permesso però ne la votazione ne la discussione in aula.
Il 4 febbraio è ripresa la discussione in aula consiliare con la lettura della relazione alla proposta di legge sul reddito minimo garantito da parte dell’Assessora al Lavoro Alessandra Tibaldi. Dopo la lettura della relazione il Presidente del consiglio regionale ha sospeso i lavori rinviando la discussione alle successive sedute.