Erik Olin Wright , sostenitore da lungo tempo del reddito di base e uno dei sociologi più influenti di oggi, è scomparso il 23 gennaio. Professore di Sociologia presso University of Wisconsin negli Stati Uniti. Conosciuto per il suo lavoro sulla stratificazione sociale e sullo studio delle classi, sui sistemi alternativi al capitalismo e sul reddito di base.
È stato il primo a descrivere il reddito di base come “a permanent strike fund for all”. Ha scritto analisi e testi come il progetto Real Utopias.
Tutta la rete per il reddito mondiale (BIEN) e con essa il BIN Italia, ne ricorda le opere ed il contributo offerto a questa battaglia di libertà e giustizia sociale.
Erik Olin Wirght diede uno dei suoi contributi alla rivista Infoxoa oggi pubblicato sul sito del BIN Italia con il titolo “Il Basic Income progetto socialista” . Inoltre fu tra gli autori dell libro, curato dal BIN Italia edito dalla Manifesto Libri nel 2009, Reddito per tutti un’utopia concreta nell’era globale in cui contribui con un articolo dal titolo “Basic income, stakeholder grant e analisi di classe”
Di seguito una delle sue ultimo comunicazioni del 5 gennaio 2019
“Quindi, cari amici, quello che abbiamo conosciuto per un po’ è in effetti il caso. Ho un tempo molto limitato in questa meravigliosa forma di polvere stellare di cui sono fatto. Non sento alcun timore. Voglio assicurarvi che non provo paura per questo. Sembra molto meschino lamentarsi dell’eventuale dissipazione della polvere di stelle nel cosmo dopo aver vissuto 72 anni in questa straordinaria forma di esistenza che solo poche molecole nell’intero universo riescono a sperimentare. In effetti, persino usare la parola esperienza rispetto alla mia polvere di stelle è sorprendente. Gli atomi non hanno esperienze. Sono solo materia. Questo è tutto ciò che sono veramente: materia. Ma soglie di materia così complesse e organizzate che sono in grado di riflettere sulla propria materia e di come è stato straordinario di essere viva e consapevole e di essere consapevole che è viva. E da quella complessità arriva l’amore, la bellezza e il significato che costituisce la vita che ho vissuto. E per finire, sono in questo angolo estremamente privilegiato di questa materia umana, assicurato contro il rischio di vivere una vita di paura e sofferenza nella crudeltà della nostra civiltà, dove non ho mai provato la paura della fame, la paura della insicurezza fisica nei miei quartieri, dove ho avuto le risorse per crescere la mia meravigliosa famiglia, i miei figli… Così il gioco è fatto. Sono stato per 72 anni tra i più avvantaggiati, privilegiati, agglomerati di polvere di stelle in questo universo immensamente enorme. E così finirà.
E ho fatto il mio lavoro. Penso che il mio ostinato tentativo di rivitalizzare la tradizione marxista e renderla più profondamente rilevante per la giustizia sociale e la trasformazione sociale, oggi si basi su una comprensione scientificamente valida di come il mondo funzioni effettivamente. Ma senza essere stato incorporato in un ambiente sociale in cui quelle idee erano discusse e collegate in modo sensibile e verificativo ai movimenti sociali, non sarei mai stato in grado di perseguire questo particolare insieme di idee.”