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Cile: dopo giorni di proteste il governo propone un reddito minimo garantito

Dopo numerosi giorni di proteste che hanno praticamente paralizzato il Cile, il presidente Sebastián Piñera ha annunciato una serie di misure per combattere la peggiore crisi politica del paese in 30 anni. Piñera ha riconosciuto, durante una seguitissima trasmissione televisiva, che il suo governo e quelli precedenti non avevano compreso la crescente disuguaglianza economica nel paese. “Lo riconosco e chiedo perdono per questa miopia”, ha dichiarato Piñera.
La protesta studentesca a Santiago contro l’aumento dei costi dei trasporti pubblici, ha coinvolti molti altri settori ed è andata ben oltre la sola capitale del Paese. Manifestazioni si sono svolte in molte altre città e villaggi del Cile, protestando contro i bassi salari, l’aumento dei prezzi, le pensioni miserabili, i servizi sanitari scadenti e la profonda disparità di reddito tra ricchi e poveri.

Le manifestazioni sono sfociate spesso in rivolta con violenti scontri con la polizia che ha risposto uccidendo 15 persone. I manifestanti hanno preso d’assalto supermercati, banche, farmacie e uffici governativi. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza nella capitale e in altre città imponendo il coprifuoco.

La protesta tuttavia non è cessata e vi sono state manifestazioni oceaniche, come quella che ha portato a Santiago oltre un milione di persone. Questa mobilitazione popolare ha fatto si che Piñera revocasse il coprifuoco ed ha proposto un rimpasto di governo chiedendo ai ministri di dimettersi in massa. Durante la trasmissione televisiva il capo del governo ha promesso che si sarebbe impegnato per l’introduzione di urgenti misure economiche. Un aumento immediato dei sussidi statali del 20%; nuovi programmi assicurativi per malattie e medicinali; l’introduzione di un reddito minimo garantito equivalente a 483 dollari americani al mese; la cancellazione dell’aumento dei prezzi dell’elettricità prevista entro la fine dell’anno; una nuova fascia fiscale con una tassazione del 40% per le persone che guadagnano più di 11.000 dollari al mese; tagli ai salari per i membri del Congresso e i funzionari più pagati.

Malgrado queste proposte i manifestanti continuano a chiedere la fine della corruzione nelle istituzioni, negli affari e nella politica ed una radicale trasformazione delle scelte economiche dettate dal modello del libero mercato.

Claudia Mix, membro della coalizione di sinistra Frente Amplio, ha affermato che il Cile ha bisogno di un nuovo patto sociale con una maggiore democrazia politica e sociale. Il presidente del Senato di centrosinistra, Jaime Quintana, ha dichiarato che le proposte “Non toccano gli aspetti essenziali del modello neoliberista, ma dopo così tanto silenzio ci sono finalmente nuovi segnali”. Dopo che i legislatori hanno approvato il blocco delle tariffe dei trasporti pubblici, la camera ha iniziato a discutere un disegno di legge, proposto dai  comunisti, per la riduzione della settimana lavorativa da 44 a 40 ore.

Malgrado questo proposte il Cile continua ad essere attraversato da numerose manifestazioni che chiedono ulteriori cambiamenti sociali, economici e politici.

Fonte Go Tech Daily

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