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Il basic income arriva nel bel paese

di Giuseppe Allegri

Presentazione dell’associazione BIN Italia e della proposta del reddito garantito, universale e incondizionato, nelle trasformazioni dei sistemi di Welfare in Italia e in occasione delle elezioni per il prossimo Europarlamento.

Dall’estate 2008 anche il tradizionalmente ritardatario Bel Paese ha un’associazione per il Basic Income (reddito garantito di cittadinanza), affiliata alla rete globale del Basic Income Earth Network (BIEN): è il Basic Income Network Italia (BIN Italia: http://www.bin-italia.org/).

Come recita la presentazione dello stesso sito internet un gruppo di “sociologi, economisti, filosofi, giuristi, ricercatori, liberi pensatori che da anni si occupano di studiare, progettare e promuovere interventi indirizzati a sostenere l’introduzione di un reddito garantito in Italia hanno voluto trovare” in questa associazione uno strumento per ottenere la previsione normativa e istituzionale di un Basic Income per tutti.

In Italia da ormai diversi decenni il pensiero politico e filosofico eretico dei movimenti sociali e della sinistra post-lavorista si è confrontato con la necessità di prevedere forme di reddito garantito, a fronte di un sistema sociale ancora ingessato nel patto fordista tra capitale e lavoro tradizionale. Spesso questi ambiti di discussione sono stati emarginati dalla sinistra tradizionale e dalle forze sindacali, probabilmente troppo intente a custodire un consenso ormai logoro, sia dal punto di vista generazionale, che politico. A fronte di una rendita di potere ideologica emergeva la richiesta di una Democrazia del reddito universale, come recitava un celebre volume di metà anni ’90, editato da manifestolibri, che introdusse le aperture del dibattito internazionale sul reddito garantito nell’asfittico e settario ambito nazionale. È il tentativo di coniugare il ripensamento delle garanzie sociali, di un nuovo Welfare, oltre le strettoie di una rigida separazione tra garantiti e non garantiti. Estendere diritti e tutele per una vita dignitosa al di là del lavoro tradizionale: la scommessa di intercettare la grande questione precaria riconoscendo la necessità di estendere diritti sociali di base, a partire dal reddito garantito indipendentemente dalla esistenza o meno di una condizione lavorativa, per tutti i residenti di una determinata comunità politica.

Proprio questa equa aspirazione alla universalità incondizionata di un reddito garantito dovrebbe essere il tema da porre al centro di una seria riforma dei sistemi sociali nazionali, dinanzi alla crisi globale e alla diffusa condizione di insicurezza e precarietà che attraversa, non più solo la generazione precaria, ma ora anche gli storicamente garantiti lavoratori tradizionali. E l’Italia, rispetto agli altri paesi d’Europa, è incapace di adeguare il suo Welfare alle trasformazioni economiche e di potere avvenute nella società. Questo è uno dei motivi che ha spinto l’associazione BIN Italia a presentare un appello per “un reddito garantito in Europa”, approfittando delle prossime elezioni all’europarlamento, anche come occasione per portare le tutele previste nel resto d’Europa in Italia

Pubblicato su: L’altro, 20 maggio 2009

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