Cerca
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
secondary

Il Regno Unito potrebbe sperimentare il reddito di base. C’è nel programma dei Laburisti.

L’impegno è scritto a pagina 60 del manifesto elettorale dei Labour   “Esploreremo altri modi innovativi di rispondere alla redistribuzione,  incluse sperimentazioni pilota di reddito di base universale”.

Questa frase inserita all’interno del programma elettorale ha scatenato l’entusiasmo dei gruppi di attivisti locali che, in tutta la Gran Bretagna, hanno chiesto a gran voce l’introduzione di un reddito di base da sperimentare nelle loro città. Non appena il manifesto è stato presentato, i gruppi pro-reddito di Sheffield, Liverpool, Leeds, Newcastle e Kirklees hanno iniziato a condividere la notizia.

La notizia che il Partito Laburista sarebbe disposto a sperimentarlo, ovviamente nel caso andasse al governo, è emersa per la prima volta nell’estate del 2018. In un’intervista sul The Independent , il cancelliere ombra John McDonnell ha dichiarato di sostenere la proposta e di aver commissionato uno studio per avviare delle sperimentazioni pilota e che questo doveva essere incluso nel manifesto del partito.

Il Professor Guy Standing ha postulato che le società occidentali di oggi  sono afflitte dallo “spettro” della precarietà: masse economicamente insicure, indebitate, sottoccupate e sovraccariche di lavoro, nate dalle contraddizioni del tardo capitalismo, da assurde disuguaglianze prodotte dalle politiche di austerità e all’erosione dello stato sociale e del welfare. Le riforme degli schemi  di sostegno al reddito con l’introduzione di misure di difficile accessibilità, piene di obblighi ed a limite della vessazione dei poveri, come l’Universal Credit, secondo Standing e le reti per il reddito nel Regno Unito, hanno peggiorato il problema. “Abbiamo una classe che sta emergendo, il precariato”, dice Standing. “e questa è una classe pericolosa. A meno che la politica non affronti le insicurezze di questa classe, potremmo assisteremo ad una deriva politica e sociale.” Nella sua lettura, il precariato, l’automazione, i cambiamenti climatici e il populismo rischiano di creare un mix pericoloso, dal neofascismo a svolte autoritarie alla guerra tra poveri.

Standing raccomanda di finanziare il nuovo schema imponendo una più forte tassazione sull’uso privato dei “beni comuni”: terra, acqua, aria, ambiente, spazi pubblici etc. Ma dice che non sarebbe necessario creare nuove tasse. “Nel Regno Unito, abbiamo 1.156 forme di sgravi fiscali. E sono regressivi, nel senso che le persone che ottengono queste agevolazioni fiscali sono le società benestanti e più ricche”, afferma Standing. “I dati del governo mostrano che quelle agevolazioni fiscali costano al pubblico 430 miliardi di sterline all’anno. Tutti i soldi sono già lì.”

Naturalmente, al fine di valutare come dovrebbe funzionare esattamente uno schema di reddito di base nel Regno Unito, si pensa ad avviare alcuni progetti pilota. Il documento infatti delinea cinque modelli di come potrebbe essere sperimentato. Questi includono: fornire a tutte le persone di una determinata comunità un’indennità settimanale (l’importo varia da 50 a 100 sterline a seconda del modello) al posto dell’attuale sostegno al reddito; consentire a un gruppo selezionato di persone di beneficiare incondizionatamente del reddito di base; pagando una somma mensile a tutti i senzatetto in una determinata area metropolitana. Standing raccomanda che il progetto pilota duri idealmente per due anni – e in ogni caso per almeno un anno – e che gli venga assegnato un budget fino a 5 milioni di sterline.

Nel documento di studio, Standing sostiene che “ogni comunità nel paese dovrebbe essere incoraggiata a considerare di candidarsi come sito per un progetto pilota”. Al momento sono già due le città che hanno votato a favore della sperimentazione: Liverpool e Sheffield. Queste hanno avviato un intenso dibattito e si stanno preparando da mesi per testarlo.

Liverpool ha deciso di voler farne parte immediatamente, afferma il consigliere della città laburista Patrick Hurley. “Il primo agosto dell’anno scorso (2018), abbiamo concordato che avremmo presentato una mozione al consiglio comunale”. Cosi hanno proposto al sindaco di Liverpool di chiedere ufficialmente che un futuro Governo laburista consideri la città come un sito candidato per un progetto pilota; la mozione è stata approvata nell’ottobre 2018. Nel frattempo, dice Hurley, si è iniziato a lavorare per avviare un dibattito tra i Labour. “Dietro le quinte, ci sono state molte attività di sensibilizzazione ed incoraggiamento”, dice. “Facevamo incontro con i candidati ed i membri del partito per sostenere l’idea che quando il manifesto programmatico elettorale fosse stato realizzato, avremmo dovuto annunciare che in caso di vittoria elettorale e dunque con i Labur al governo, Liverpool sarebbe stata in prima fila per diventare una città in cui avviare il progetto pilota del reddito di base.”

Secondo Hurley, Liverpool sarebbe un banco di prova perfetto. “Siamo una città chiave del Regno Unito. Abbiamo un grande potenziale  persone in grado di fare un ottimo lavoro.”  Ora che il sostegno politico è stato assicurato, dice Hurley, la città sta lavorando con economisti, accademici e imprenditori per escogitare un piano più dettagliato su come potrebbe funzionare un progetto pilota a Liverpool.

Nel marzo 2019, UBI Lab Sheffield ha pubblicato uno studio che illustra in dettaglio come lo schema di un reddito di base potrebbe essere introdotto in città, presentando tre possibili modelli – simili per alcuni aspetti a quelli delineati nello studio di Guy Standing. Secondo Leman, la topografia di Sheffield lo renderebbe perfetto per sperimentarne gli effetti all’interno di una comunità circoscritta. “Una delle cose interessanti di Sheffield è che non è una ‘città-città’: è una specie di raccolta di città, una raccolta di comunità. Ciò significa che esiste questo potenziale per coinvolgere comunità abbastanza diverse in un progetto pilota ”, afferma. “Ciò fornisce un luogo ideale per sperimentare e vedere cosa succede in diverse aree e in diverse comunità.”

Nella proposta di Sheffield, l’attenzione sugli effetti che il reddito di base avrebbe su una comunità nel suo insieme è cruciale. Piuttosto che concentrarsi solo sulla connessione tra reddito di base e le prospettive occupazionali di un determinato individuo, Leman afferma che il progetto pilota cercherà di misurare l’impatto sulle relazioni tra vicini, tra le famiglie ed il benessere generale dei cittadini.

Nel giugno 2019, il consiglio comunale di Sheffield ha approvato una mozione per candidare la città candidata al piano proposto dai Labour. Un mese prima, in un’intervista con The Guardian, John McDonnell aveva affermato che il gruppo Sheffield aveva davvero “lavorato duro” dichiarando che “Liverpool, Sheffield e da qualche parte nelle Midlands” sarebbero stati probabilmente i luoghi in cui un progetto pilota sarebbe stato sperimentato.

Mentre il consigliere comunale di Liverpool Hurley ammette che esiste una “rivalità amichevole” tra le due città, sia le rassicurazioni di McDonnell che quelle di Standing affermano che che i Labour sono pronti ad avviare “più progetti pilota piuttosto che un solo progetto pilota. “E altre città potrebbero candidarsi”, afferma Standing. Negli ultimi mesi infatti ha incontrato persone interessate alla sperimentazione del reddito di base in altre località del Regno Unito, tra cui Doncaster, Norwich, Coventry e Lincoln.

Standing afferma che dovrebbe esserci almeno un progetto pilota in ciascuna città o località del Regno Unito. La Scozia ad esempio ha già avviato dal 2017 uno studio di fattibilità per introdurre un reddito di base sostenuto dal governo nazionale e dal partito nazionalista scozzese al governo. “Diversificare le sperimentazioni è essenziale” afferma Standing, “potremmo avere una città urbana, una semi-rurale, una zona industriale in declino”, dice.

Rimane tuttavia la questione principale se il Labour sarà o meno in grado di avviare queste prime sperimentazioni. Ma Standing afferma che tutte le città candidate devono essere ancora preparate. “Sarebbe sbagliato per me dire quale città è nella posizione migliore per sperimentarlo”, dice. “In tutti i posti in cui ho parlato, ho detto che tutti devono essere pronti.”

Fonte WIRED

Altri articoli

SEGUICI