All’inizio di novembre 2021 il governo della Catalogna ha annunciato di aver approvato la realizzazione di un progetto sperimentale pilota, che servirà da precursore della piena attuazione di un reddito di base incondizionato nella regione autonoma. Il programma sarà progettato e attuato su una base di beneficiari selezionata sui gruppi vulnerabili attraverso l’ufficio governativo creato appositamente per lo studio e l’introduzione del progetto pilota del reddito di base. Si tratta di uno dei punti dell’accordo di coalizione tra ERC e CUP, i due partiti indipendentisti che formano il governo catalano. Le due parti hanno voluto affrontare la difficile situazione socio-economica che colpisce sempre più famiglie a seguito della pandemia di COVID, attraverso l’introduzione di forme di reddito garantito. Il progetto sperimentale avrà inizio probabilmente alla fine del 2022 e i suoi parametri devono ancora essere definiti. L’obiettivo del governo, tuttavia, è che il reddito di base sia introdotto entro il 2023.
Diversi esperimenti di reddito di base sono già stati implementati in diversi paesi, come Namibia, Finlandia, Paesi Bassi, Canada, India. In altri sono ancora in corso (USA, Kenya, Macao, Brasile) e ancora altri paesi stanno attualmente progettando tali programmi (Germania, Scozia etc.).
Secondo i proponenti l’idea è di introdurre un reddito di base destinato all’intera popolazione residente della regione. Sarebbe finanziato attraverso una riforma fiscale che colpirebbe il 20% dei contribuenti più ricchi e di cui potrebbe potenzialmente beneficiare più dell’80% della popolazione. Questa misura non comporterebbe un costo aggiuntivo per l’erario pubblico , in quanto non richiede personale dedicato per verificare se uno è abbastanza povero da qualificarsi, come avviene con programmi di welfare governativi simili.
