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La soglia critica del reddito di cittadinanza

di Andrea Tiddi

Il reddito di cittadinanza, come misura del più generale diritto all’esistenza, deve essere compreso all’interno del contesto storico nel quale esso viene proposto e nel quale dovrebbe essere attuato. Certamente il reddito di cittadinanza fa riferimento a un’idea universale di diritto che implica il riconoscimento di misure di protezione socio-economiche tese a garantire la riproduzione della vita biologica individuale indipendentemente dalle condizioni di contesto in cui essa si determina, compresa la partecipazione o meno al sistema del lavoro. Il diritto all’esistenza, in quanto diritto universale, prescinde da vincoli e condizioni particolari e non può essere in alcun caso limitato. Un diritto di tale genere muove dall’idea di base che l’umanità debba essere riconosciuta al di là di ogni singolare condizione contestuale. È fondamentale, perché ciò accada, che si legga la storia umana in una strategia di costante lotta per il diritto all’autonomia dei soggetti e per l’emancipazione dallo stato di minorità e dipendenza che li vincola e ne limita la libera espressione e la comune realizzazione. Il diritto all’esistenza garantita è, con evidenza, un diritto alla libera espressione e realizzazione dei soggetti. All’interno di questo quadro deve essere compresa anche la misura del reddito di cittadinanza.

Tratto da libro “Reddito per tutti” Edizioni Manifesto Libri 2009

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