Welfare, diritti del lavoro, reddito garantito
Roma, 9 giugno 2011
Moderano: Luca Santini, Riccardo Faranda, Sandro Gobetti
Se la seconda metà del Novecento è stata l’epoca del riconoscimento dei diritti sociali e della centralità del lavoro quale criterio di accesso ai benefici del welfare, i tempi di crisi che stiamo attraversando in questo scorcio di nuovo millennio ci narrano di una riscrittura in profondità degli equilibri sociali ed economici cui eravamo abituati.
La crisi finanziaria dell’estate 2008, ben presto evoluta in una vera e propria crisi economica e produttiva di durata ancora incerta, sta facendo scempio di posti di lavoro, specie tra i più giovani. La crisi generazionale pare ormai giungere al suo acme, tra rivolte plateali e di piazza, e atteggiamenti, invece, a volte più rassegnati e dimessi, come per quegli oltre 2 milioni di under-30 nel nostro paese ormai completamente sfiduciati, definiti come neet generation (né occupati, né in formazione). Più in generale le imponenti trasformazioni degli ultimi decenni, dall’avvento di una produzione post-industriale, alla frammentazione esasperata del mercato del lavoro, assieme all’emergere di forme inedite di creazione della ricchezza difficilmente contenibili entro gli schemi della prestazione salariale, rendono assai problematica la riproposizione acritica di vecchie politiche di protezione sociale integralmente basate sulla figura in via di dismissione del lavoratore fordista a tempo indeterminato.
La disoccupazione è tornata a superare in tutto l’Occidente la soglia critica del 10%; in questa congiuntura anche chi riesce a mantenere un posto di lavoro stenta spesso a raggiungere e superare la soglia di povertà (il fenomeno dei working poor riguarda a livello continentale – secondo l’Eurostat – un occupato su dieci), mentre addirittura un lavoratore su cinque può lamentarsi di essere inquadrato in una mansione inferiore rispetto alla propria formazione. E inoltre, il ricordo ancora vivo dei fatti di Rosarno con la condizione schiavistica della manodopera immigrata impiegata nel settore agricolo, così come le continue riforme o negoziazioni al ribasso dei diritti sul lavoro, o ancora le immagini di operai metalmeccanici costretti ad acconsentire ad ogni volontà del padrone oppure a dire di no versando lacrime di rabbia e impotenza, sono tutti episodi di una stessa mesta parabola di congedo dalla società salariale e del pieno impiego.
Per muovere dei passi oltre questo orizzonte sconsolato di crisi e di declino è necessaria l’affermazione di nuove strategie di liberazione: il reddito garantito potrebbe essere una tra queste. A fronte dei tanti casi di fallimento individuale e collettivo all’interno del paradigma del pieno impiego occorre mettere a tema la possibilità di un superamento del nesso tradizionale tra prestazione lavorativa e garanzia dei mezzi di sussistenza.
Il workshop si propone di raccogliere sensibilità, spunti, analisi, proposte, visioni e progetti, utili a rilanciare al centro della sfera politica , nel contesto della crisi del lavoro e del welfare lavorista che si dipana sotto i nostri occhi, l’idea-forza di un reddito garantito a sostegno integrale della persona, quanto più universalistico e incondizionato possibile.
Introduce:
Luca Santini
Coordinano e moderano:
Riccardo Faranda – Sandro Gobetti
Relazioni:
Giulio Prosperetti – Università Roma 3
Cristina Morini – scrittrice
Adalgiso Amendola – Università di Salerno
Interventi:
Fabrizio Stocchi – CGIL – FLC
Carlo Guglielmi – Forum Diritti Lavoro
Angela Lombardi – Uniti contro la crisi
Marco Bascetta – Manifestolibri
Cristian Sica – Punti san Precario Roma
Stefano Giusti – Atdal
Filippo Cannizzo – Precariamente
Paolo Vernaglione – Laboratorio Sofia Roney
Danilo Chirico – Dasud
Fabio Massi – Acta
Graziella Durante – ricercatrice Università di Salerno
Maria Grazia Campari – avvocato del lavoro Milano
Il diritto al reddito garantito come diritto fondamentale europeo
Roma 9 giugno 2011
Moderano:
Giuseppe Bronzini, Fausta Guarriello, Giuseppe Allegri
Il 1.12 .2009 la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ( Carta di Nizza) ha acquisito valore obbligatorio con la stessa ” forza legale” delle norme sui Trattati e con essa l’art. 34 terzo comma che stabilisce il “diritto all’assistenza sociale volta a garantire un’esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongono di risorse sufficienti”; in Ottobre una drastica Risoluzione del Parlamento europeo ha ribadito la necessità per tutti gli stati di adottare norme che assicurino un reddito pari almeno al 60% delle retribuzioni medie corrisposte in ciascun paese ai soggetti a rischio di esclusione sociale. Nell’ottobre del 2008 la Commissione aveva emanato una Raccomandazione dai contenuti molto simili. Il Tribunale costituzionale tedesco con una sentenza del 9.2.2010 ha affermato che le spese per garantire un reddito minimo hanno carattere necessario in quanto volte ad affermare il principio di pari dignità sociale e che devono, anche in periodi di crisi, avere un livello adeguato per garantire ad ognuno ” un’equa partecipazione alla vita politica, culturale e sociale”. Una norma analoga a quella prevista dalla Carta di Nizza è contemplata dalla Carta sociale europea di cui il Consiglio d’Europa promuove il rispetto attraverso il Comitato economico- sociale .
Tuttavia l’Italia, in ciò eguagliata solo dalla Grecia e dall’Ungheria, continua ad essere priva di qualsiasi schema di copertura del diritto al reddito minimo; in Europa tuttavia la situazione appare non uniforme e molto instabile; mentre alcuni paesi soprattutto del Nord sono piuttosto generosi in materia ed hanno legislazioni in cui l’universalismo delle prestazioni e la connessione con il concetto di dignità della persona e di cittadinanza è prevalente sulle politiche cosiddette di workfare, in altri le prestazioni sono ridotte e talvolta insufficienti e fortemente condizionate all’accettazione di offerte di lavoro, talvolta neppure coerenti con il bagaglio professionale del soggetto. In tutta europa si vive la preoccupazione che le politiche di contenimento dei decifit dei bilanci statali possa portare a comprimere proprio le risorse destinate al reddito minimo.
Si tenterà quindi:
a) di discutere i modi per rivendicare un diritto fondamentale di matrice europea ( alcuni Tribunali italiani hanno già applicato o richiamato la Carta di Nizza ) nel nostro paese e i termini di una normativa che recepisca a livello interno le best practises offerte dalle esperienze continentali;
b) di aprire un confronto su uno schema di intervento legislativo dell’Unione ( che rafforzi il carattere di incondizionatezza ed universalità del reddito minimo “all’europea”), eventualmente con fondi europei nel quadro della creazione di un bilancio e di un debito pubblico dell’Ue,;
c) di studiare la fattibilità di una raccolta di firme alla luce- nel 2012- del nuovo diritto di iniziativa del cittadino europeo introdotto dall’art. 10 del Trattato di Lisbona ( TFUE), per chiedere che la Commissione proponga una Direttiva in materia, unitamente ad altre campagne promosse dalle associazioni democratiche del continente per un’Europa più sociale, democratica, partecipata.
Coordinano
Giuseppe Allegri BIN-Italia
Giuseppe Bronzini BIN- Italia
Fausta Guarriello Università di Pescara
Relazioni
Cilap Eapn Italia – “La strategia 20-20 e la lotta all’esclusione sociale ”
Virgilio Dastoli – Presidente CIME – ” L’europa che vogliamo: più coesione sociale, diritti collettivi e beni comuni: I passi da compiere”
Chiara Meoli – Unitre Roma ” Il reddito minimo garantito nei paesi europei”
Virginia Zambrano – “Il reddito minimo a livello internazionale: il caso del brasile”
Partecipano
Linda D’ancona Magistratura democratica
Valeria Piccone Magistratura democratica
Paolo Acunzo MFE
Paolo Grossi MFE
Ines Caloisi Associazione diritti collettivi
Progetto diritti
Giuristi democratici
Roberto Di Giovan Paolo Senatore PD
Roberto Musacchio SEL nazionale
Franco Russo redazione Alternative per il Socialismo
Arturo Di Corinto Università di Roma La Sapienza
Ernesto Rocchi CGIL Roma
Andrea Allamprese Università di Modena-Reggio Emilia
Sandro Gozi Deputato, Responsabile politiche europee del PD, Spinelli Group
Antonella Di Florio Magistratura democratica
Giacinto Bisogni Magistratura democratica
Valentina Bazzocchi avvocato Bologna
Willam Chiaromonte Università di Firenze
Sepp Kusstatscher “Network per il Reddito di Base Sudtirolo”
Finanziare il reddito è possibile. Sostenibilità e finanziamento di un reddito di base incondizionato
Roma 9 giugno 2011
Moderano:
Andrea Fumagalli, Enza Caruso, Stefano Lucarelli
Le domande a cui tale tavolo deve cercare di dare una risposta sono le seguenti, divise in 3 parti
Parte I: elementi di natura socio-economica
Quantificazione del costo complessivo lordo di garantire un reddito minimo pari alla soglia di povertà relativa (599,40 Euro al mese, dati 2009);
Quantificazione dell’ammontare delle diverse forme di sostegno diretto al reddito già oggi esistenti, da parte dello Stato o da altri Enti (quali Inps).Nelle forme di sostegno, vanno inserite le diverse tipologie di ammortizzatori sociali, escludendo le voci che compongono il salario differito (quali le pensioni
Parte II: elementi istituzionali-tecnici
Verifica della possibilità di costituire un unico bilancio di welfare a livello nazionale, dove sono inserite tutte le voci di uscita finalizzate all’introduzione di un reddito di base e le voci di entrata (modalità di finanziamento e provenienza)
Verifica della possibilità di separare l’assistenza dalla previdenza, secondo i criteri dettati dalla Legge Dini sulla riforma previdenziale del 1996.
Aspetti del federalismo fiscale.
Parte III: elementi politiche
Quale è il giusto ammontare del reddito di base?
Quali le modalità di erogazione?
Quali forme nuove di riordino del fisco ne potrebbero derivare?
Quali innovazioni fiscali ne potrebbero derivare?
E possibile pensare una politica monetaria (e non solo fiscale) per favorire il finanziamento del basic-income?
Andrea Fumagalli,
Stima del costo di un’introduzione di un reddito minimo incondizionato di 600 euro mensili
Enza Caruso e Stefano Lucarelli,
Forme di sostegno al reddito e struttura fiscale
Angelo Marano,
Gli effetti del federalismo fiscale per l’offerta di servizi sociali e sostegno al reddito
Note biografiche dei relatori:
Enza Caruso, docente di Scienze delle Finanze, Università di Perugia, socia Bin-Italia
Andrea Fumagalli, docente di Economia Politica, Università di Pavia, vice-presidente del Bin-Italia
Stefano Lucarelli, ricercatore di Economia all’Università di Bergamo, socio Bin Italia
Angelo Marano, membro del collegio dei sindaci Inail.
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