Uno studio comparativo a livello europeo, sugli schemi di reddito minimo per la protezione degli anziani.
Dall’abstract:
Il rischio di povertà è una questione fondamentale per i Paesi europei. A prescindere dall’evoluzione disomogenea di tale rischio – un forte aumento all’indomani della Grande Recessione del 2008, seguito da una diminuzione complessiva negli ultimi anni, le persone a rischio di povertà rappresentano un obiettivo chiave dei programmi di protezione e assistenza sociale in tutti gli Stati membri dell’UE e una sfida persistente per i responsabili politici. In risposta al bando di gara proposto dall’Istituto sindacale europeo (ETUI) e dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES), questo documento esplora alcune delle numerose dimensioni della povertà degli anziani e prende in considerazione la possibilità di affrontare almeno alcune di queste dimensioni attraverso un reddito minimo garantito per i pensionati, anche se potrebbe essere introdotto o coordinato a livello europeo. Il documento è organizzato in tre parti.
Il documento è organizzato in tre parti.
Il capitolo 1 raccoglie informazioni sui rischi di povertà in Europa e per fasce d’età (ad esempio, tra la popolazione in età lavorativa e quella anziana) per valutare come le persone in età lavorativa e pensionabile siano colpite dalla povertà. Alcuni dati preliminari fanno luce sull’impatto della pandemia.
Il capitolo 2 valuta i regimi pensionistici minimi in Europa (confrontando questi regimi per gli anziani con i regimi di reddito minimo per chi è in età lavorativa), con alcuni approfondimenti sulla loro efficacia. Identifichiamo anche gli standard che dovrebbero essere tenuti in considerazione per progettare adeguate politiche di reddito minimo dopo il pensionamento.
Il capitolo 3 sintetizza il recente dibattito a livello europeo e suggerisce strategie politiche per fornire un’efficace protezione del reddito minimo per gli anziani di condurre una vita dignitosa. Il documento si conclude con alcune conclusioni preliminari e commenti.
Per scaricare e leggere lo studio (in inglese) clicca qui