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Prendo 700 euro al mese

di Cristina Ciccarelli

Ancora una lettera spedita al Bin Italia dopo l’appello alla presa di parola per un reddito garantito.

Salve, ho letto ora la vostra mail e la condivido in tutto e per tutto, sono una cittadina italiana da 38 anni e sono stata stabilizzata nel 2008 con sole 18 ore settimanali che mi fanno sentire tutt’ora precaria anche se ho un contratto a tempo indeterminato, mi sto per laureare presso la facolta’ di scienze politiche nella cittadina di Macerata regione marche, discipline dell’unione europea ,relazioni internazionali e cooperazione e sviluppo, devo solo preparare la tesi e poi? Non lo so, non credo che la laurea mi aiutera’ a migliorare la mia condizione economica e non credo che mi aiutera’ neanche a trovare un lavoro piu’ vicino alla mia persona ed esigenze pero’ continuo perche’ quando inizio un percorso poi lo porto a termine. Ho scelto di laurearmi soprattutto per aumentare il mio bagaglio culturale e non per sentirmi chiamare dottoressa. Ora lavoro come operatore socio assistenziale in una casa di riposo, è un lavoro stressante,usurante e mal pagato ma i soldi servono per vivere e quindi sono obbligata a farlo,l unica soddisfazione che ho è l affetto e il rispetto che gli anziani mi dimostrano ogni giorno.

Il mercato del lavoro è stato violentato negli anni, se si rivendica i propri diritti si viene presi di mira a lavoro ed è dura ogni giorno sopportare tutto questo, sopportare le umiliazioni di chi non ha mai avuto problemi, sopportare i discorsi sciocchi della tv che escono da bocche alquanto stolte che pero’ hanno il potere di decidere il destino di un paese intero che sta diventando povero, chi perde il lavoro finisce per strada se non ha un supporto o familiare o amicale o si aggrappa alla caritas, i sussidi non sempre possono essere presi e poi se ci sono anche problemi di salute allora si che la vita diventa un sopravvivere continuo a volte anche difficile avere un alimentazione variegata.

Lo stato italiano ha fatto sempre affidamento sul welfare familistico perche’ cosi non deve elargire neanche un soldo,la cultura italiana lo ha “aiutato” a far si che non ci fossero pressioni forti ed è vero anche che è sempre una figura femminile che si deve sobbarcare il peso di un intera famiglia e se questa figura femminile ha anche un lavoro fuori dalla propria casa allora finisce di vivere ed inizia a “scomparire piano piano” cioè diventa una mera collaboratrice domestica che deve anche avere la capacita’ di mettersi in secondo piano nei bisogni per supportare il resto della famiglia. Io ho sempre attaccato la cultura cattolica perche’ ho sempre ritenuto che fosse lei la causa.

Vi segnalo un libro che una mia docente (Claudia Santoni) segnalo’ durante le lezioni di sociologia della famiglia,”Le basi morali di una societa’ arretrata” di Banfield, parla di un Italia degli anni ’50 ma mentre lo leggevo ho avuto una sensazione di contemporaneita’ o meglio mi sembrano i nostri giorni. Il familismo amorale e la mancanza di reazione all’arretratezza.

Ritornando a me, mi scuso se non scrivo correttamente italiano e se non rispetto le regole grammaticali, ho subito molte pressioni ultimamente e per me è una grande risultato solo quello di avere ancora la forza di reagire anche scrivendo.

Cristina Ciccarelli

San Severino Marche-Mc-Marche

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