Il tema del reddito di base incondizionato ha conquistato il suo posto nel dibattito pubblico francese “ed è affrontato dalle diverse posizioni politiche tuttavia non va dimenticato che uno degli obiettivi primari è quello di passare da una politica sociale paternalistica, ad una rete di sicurezza universale, lasciando l’individuo libero delle sua scelte e senza imposizioni alcune”.
I redattori di un opuscolo realizzato da qualche tempo sta “denunciando l’asimmetria tra il livello record di spesa sociale (quasi un terzo del PIL) e gli scarsi risultati della lotta contro la povertà. Si viene cosi a sapere che i 90 miliardi di prestazioni di sicurezza sociale soddisfano meno di 18.000 persone”. Sempre sull’opuscolo si legge che “i senatori della repubblica francese sono d’accordo che l’introduzione di un reddito di base incondizionato avrebbe un notevole vantaggio per semplificare l’accesso al welfare”. Invece di realizzare politiche caritatevoli sarebbe meglio dunque prevedere un diritto incondizionato e uguale per tutti. Di fronte alle varie proposte attualmente sul tavolo, i senatori francesi sostengono un’opzione “realistica”, cioè la possibilità di risperimentare l’attuale reddito minimo RSA (Revenu Solidaritè Active) in forme meno condizionanti.
Il film di Ken Loach, Palma d’oro a Cannes, è uscito al momento opportuno. “Io, Daniel Blake”, dimostra in sostanza proprio come lo stato sociale, se costruito intorno a forme di workfare e condizionamenti burocratici assurdi, alla fine invece di aiutare distrugge coloro che doveva aiutare. “Io non sono un numero di previdenza sociale, ma un cittadino; Non sto chiedendo l’elemosina, ma i miei diritti” , Ken Loach con questo film ha avuto il merito di mostrare la realtà sociale del suo tempo.
Tratto da un articolo a cura di Gaspard Koenig (filosofo e presidente del think tank GenerationLibre) pubblicato su Les Echoes