La Rete dei Numeri Pari, rete di centinaia di realtà sociali attive nel Paese, esprime la propria posizione critica sul Reddito di Inclusione approvato dal Senato e sui tagli ai fondi regionali destinati al sociale.
“Il Senato ha approvato una legge che è più simile ad una “poor law” di fine Ottocento che ad una moderna legge sul reddito minimo di respiro europeo come previsto dall’articolo 34 della Carta di Nizza. – afferma la Rete dei Numeri Pari – “La povertà sembra essere una colpa, piuttosto che una responsabilità politica di chi sta gestendo la crisi amplificando la forbice delle disuguaglianze. Oggi la povertà è un fenomeno strutturale che colpisce soprattutto donne, giovani e migranti, a cui bisogna rispondere con misure di welfare strutturali. Il Governo propone invece un Reddito di Inclusione fondato sull’esclusione e sull’assistenzialismo. La misura è infatti finanziata con 1,6 miliardi di euro, rivolta a famiglie al di sotto della soglia dei 3000 euro di ISEE con almeno un figlio minore, escludendo gran parte delle condizioni di povertà e rivolgendosi a solo il 30% dei 5 milioni di persone in soglia di povertà assoluta. In questi 5 milioni ci siamo tutti noi che abbiamo subito la crisi: giovani, precari, lavoratori poveri, senza fissa dimora, ragazze madri.”
“A ciò si aggiunge – continua la Rete dei numeri Pari – un taglio di 211 milioni di euro al fondo per le politiche sociali, che passa da 311 a 99 milioni, e di 50 milioni a quello per la non autosufficienza, che si riduce da 500 a 450. Sull’altare dei vincoli di bilancio si sacrificheranno concretamente asili nido, famiglie in difficoltà, centri antiviolenza, assistenza domiciliare, sostegno a disabili e anziani, edilizia scolastica e sanitaria. Siamo stanchi che gli equilibri di bilancio colpiscano sempre i deboli, vogliamo la revisione dell’articolo 81! Vogliamo che il parlamento discuta il “Reddito di Dignità”, che garantisce il 60% del reddito mediano e favorisca la dignità della vita, l’autodeterminazione nelle scelte familiari e di lavoro. Non possiamo accettare più misure al ribasso, mentre i ricchi si arricchiscono sempre più, come dimostrano i dati Oxfam. Ci mobiliteremo dal basso come realtà del sociale per aprire spazio alla voce dei deboli e degli esclusi a cui questa politica miope non riesce più a rivolgersi.”
RETE DEI NUMERI PARI
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