Il 13 aprile si costituisce un’inedita alleanza tra pratiche di lotta e mondo degli studiosi: apartire dagli spazi, dalle lotte, dalle soggettività che costruiscono conflitto, intelligenza politica e partecipazione, riapriamo i lavori di una commissione di studio avviandoli sulla base dei risultat idella Commissione ministeriale per la Riforma del Libro III “Della Proprietà” del Codice Civile(Commissione Rodotà). Immaginiamo di sviluppare il lavoro collettivo su due piani:
* a partire dalle innovazioni sperimentate nelle lotte – usi civici, sentenze, Statuti, .. – indagare qualistrumenti giuridici siano da potenziare o da creare: una produzione giuridico-normativa sui benicomuni che la Commissione – composta da giuristi e studiosi di alto profilo – possa ascoltare etradurre in articolati e proposte legislative.
* la produzione collettiva di una scrittura politica – multitestuale, partecipata, emendabile e aperta -per potenziare lo spazio pubblico di discorso e di azione nell’orizzonte condiviso dei beni comuni. Un processo generativo capace di generalizzare lotte diverse e costruire immaginario.
Come nasce la Commissione Rodotà
Articolato:http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_12_1.wp?previsiousPage=mg_1_12&contentId=SPS47624
Fra il 1991 e oggi, al fine dichiarato di ridurre il debito pubblico, l’Italia ha dismesso beni per unvalore aggregato di 1400 miliardi di euro. Questa imponente svendita di beni pubblici è avvenuta aldi fuori di qualsiasi principio giuridico ordinatore, in una condizione normativa obsoleta e del tutto inadeguata. Nel 2007 fu istituita una commissione parlamentare, presieduta dal Prof. StefanoRodotà per studiare e proporre una riforma del Libro III della Proprietà del Codice Civile. Il disegno di legge, presentato in Senato, non è mai stato discusso.
Da allora la vittoria dei referendum sull’acqua, le lotte sul territorio (dal No Tav a No Muos) e leoccupazioni di teatri in tutto il paese hanno ridefinito e ricreato il significato di beni comuni. Si èprofilata un’inedita alleanza fra cultura giuridica e le lotte legate ai beni comuni, in particolare apartire dalla rilettura di norme costituzionali da anni dimenticate, quali la funzione sociale el’accesso alla proprietà di cui all’art. 42 e il riconoscimento di comunità altre all’art. 43.
L’orizzonte delineato dalle lotte
Le forme di autodeterminazione e di autogoverno che si stanno manifestando nei vari territori dallarete dei teatri occupati a tutti i comitati, i collettivi, i movimenti e i soggetti che resistono per ladifesa dei territori, dell’ambiente, del paesaggio, della salute, dei beni culturali e storici, diistituzioni del welfare indispensabili al libero e pieno sviluppo delle persone possono stressare conforza il diritto, spostare l’asse dall’illegale al legittimo per affermare modelli economici e socialinuovi e istituzioni autonome del comune.
Attraverso le nostre pratiche vive, immagineremo modi di avere cura dei beni comuni che sitrasformino in nuove forme di Statuti in cui le “comunità di lavoratori o utenti” siano finalmenteprotagoniste dei processi decisionali. La nostra lotta politica vuole farsi pratica costituente perinvertire la rotta rispetto alle contro-riforme neoliberali e promuovere un’altra idea di cittadinanza,non solo formale.
Temi di lavoro
A_Beni comuni: definizione normativa e approvazione di una nuova disciplina del diritto diproprietà, già in parte elaborata dalla Commissione Rodotà;
B_Reddito: a partire dalle proposte elaborate e sperimentate dalle realtà di movimento, e dallaproposta di legge di iniziativa popolare su cui sono state raccolte le firme;
C_Nuova disciplina delle proposte di legge di iniziativa popolare per rendere obbligatoria la discussione alle Camere e la possibilità per i promotori di seguire attivamente i lavori;
D_Web: Proposta per inserire nell’art.21 della Costituzione l’accesso a Internet come diritto
fondamentale della persona;
I beni comuni saranno al centro del nostro lavoro. La loro istituzione, come categoria di beni, e la produzione di norme che ne regolino la tutela, le condizioni economiche, le forme di finanziamento, la gestione, la fruizione, saranno l’obiettivo del nostro agire politico generativo di un nuovo diritto vivo e legittimo.
Il processo dei lavori sarà completamente aperto, in forma assembleare e pubblica e si configurerà con una modalità itinerante, ospitato di volta in volta da realtà attive nei diversi territori.
Al fine di costruire insieme questo processo abbiamo immaginato un’assemblea pubblica zero convocata il 13 aprile alle ore 15:30 al Teatro Valle Occupato a Roma in cui possano incontrarsi le realtà interessate a questo processo e definire, condividendo tutti i passaggi, le prossime tappe e la metodologia comune dei lavori.