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Un nuovo umanesimo a partire dal Reddito di base incondizionato

di Mariella Vitale

Nel mese dedicato al Reddito di Base Incondizionato, è nata in Italia una nuova associazione che si impegna a promuovere un nuovo sistema socio-economico che rimetta al centro la persona, portando avanti un ricco ventaglio di proposte, per dare attuazione concreta agli alti principi proclamati dalla Costituzione della Repubblica Italiana e dai trattati comunitari, a partire dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, e  legate anche al tema della partecipazione diretta dei cittadini alla vita pubblica.

L’intento è quello di aprire un dibattito maturo, anche nel nostro paese, a partire dalla realtà degli ottimi risultati delle sperimentazioni del Reddito di base incondizionato attuate nel mondo, piuttosto che da pregiudizi infondati. In questo, la collaborazione con Bin Italia e con tutte le altre realtà associative che lo promuovono sarà la più ampia possibile.

Le proposte di RED – Reddito Europa Diritti saranno presentate domenica prossima, 24 settembre 2023, con un sit-in in Piazza del Nettuno a Bologna, dalle 11.30 alle 12.30, nel corso del quale sarà data lettura del Manifesto per un nuovo umanesimo e un nuovo sistema socio-economico basato sul Reddito di base incondizionato.

In sintesi le proposte sono:

REDDITO DI BASE INCONDIZIONATO

RETRIBUZIONE MINIMA

UNIONE FISCALE EUROPEA A CARATTERE PROGRESSIVO, CON PRELIEVO MAGGIORATO SU RENDITE, CONSUMI E ATTIVITÀ SVANTAGGIOSE PER LA COLLETTIVITÀ

ORARI E PERIODI DI LAVORO DRASTICAMENTE RIDOTTI

Inoltre si chiede una piattaforma digitale sicura e certificata, di facile accessibilità e gratuita per tutti, con registrazione e identificazione una tantum, che possa gestire tutti gli istituti di democrazia diretta nazionali e comunitari, dalle leggi di iniziativa popolare, ai referendum, alle iniziative cittadine europee, in modo da semplificare e facilitare l’apporto e la partecipazione libera dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, e in particolar modo garantire, già dalle prossime elezioni europee, il voto digitale a studenti e lavoratori fuori sede a tutte le consultazioni elettorali.

Il Manifesto in forma integrale sarà reso pubblico dalla serata di sabato (domani), sul sito internet dell’associazione RED  https://www.red-web.eu/ sul quale resteranno in primo piano i link a quello di Bin Italia e del Basic Income Earth Network, per dare la possibilità a tutti i visitatori di approfondire la vasta documentazione disponibile sul Reddito di base incondizionato e tutte le novità in tempo reale.

La richiesta alle istituzioni, nell’immediato, è di stanziare già dalla prossima legge di bilancio una somma sufficiente a erogare un RBI di €1.000 al mese per un anno a tutti i senza fissa dimora. L’ISTAT ne ha contati poco meno di centomila nel 2021, considerando quelli iscritti nelle anagrafi comunali per l’assistenza. Ma non vi sono dubbi che tale cifra sia aumentata, nonostante questa infelice categoria sia soggetta a un tasso di mortalità ben superiore alla media. Abbiamo calcolato che basterebbe uno stanziamento di un miliardo e mezzo, su una spesa pubblica complessiva da più di 1.000 miliardi. Il gettito della nuova tassa del 15% applicata alle multinazionali potrebbe essere più che sufficiente.

Per una fase successiva, nel 2025, si dovrebbero destinare €500 al mese a tutti i ragazzi dai 12 ai 24 anni di famiglie svantaggiate, per un costo complessivo annuo che abbiamo calcolato (in maniera necessariamente approssimativa, in mancanza di dati disaggregati più dettagliati delle tabelle ISTAT relative a povertà, occupazione e disoccupazione degli ultimi anni) potrebbe aggirarsi sui 10 miliardi. Una cifra considerevole ma non impossibile da trovare, che potrebbe fare la differenza per tantissimi tra scuola e lavoro precoce e sottopagato, tra lavoro in patria o emigrazione, o, peggio, la triste condizione di NEET.

Ricordiamo che gli tassi di dispersione scolastica rappresentano una zavorra per l’economia. Purtroppo risulta difficile far comprendere il nesso di causalità fra deprivazione del contesto di origine e questi tassi di dispersione, mettendoli anche in correlazione con la carenza di profili professionali adeguati alle esigenze delle aziende.

In seguito, per il 2026, sarebbe altrettanto impellente stanziare una cifra simile, che andrà calcolata al momento in base agli ultimi dati disponibili, alle donne in maggiore difficoltà, se necessario ai fini della sostenibilità, limitando l’estensione alle regioni meridionali, dove la disoccupazione femminile è più alta, per poi, l’anno ancora successivo, allargare la platea a tutto il territorio nazionale.

Riteniamo che non ci sia più tempo da perdere e sarebbe troppo lungo elencare qui tutte le ragioni per cui il Reddito di base incondizionato non può più essere derubricato a bella utopia, ma va considerato come una soluzione da adottare al più presto, sebbene in maniera diluita nel tempo, con un piano pluriennale che porti, nell’arco di un decennio al massimo, all’erogazione di accrediti individuali, che restituiscano potere di acquisto e di autodeterminazione non solo ai 5,6 milioni di persone in povertà assoluta e ai 9 milioni in povertà relativa, ma anche al ceto medio impoverito da decenni di declino.

Per ulteriori dettagli sulle proposte di RED – Reddito Europa Diritti non resta che consultare il Manifesto e restare connessi, nell’auspicio che i tempi, finora immaturi, evolvano alla svelta, alla luce dei tempi difficili che l’Italia e l’Europa si apprestano ad attraversare.

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